Non basta il lockdown a migliorare la qualità dell'aria mantovana (e lombarda)
- Dettagli
- Creato 13 Gennaio 2021
- Pubblicato 13 Gennaio 2021
MANTOVA, 13 gen. - Chi si era illuso che con il lockdown potesse migliorare la pessima qualità dell'aria lombarda, e in particolare di quella mantovana, dovrà ricredersi.
A spezzare i sogni di una Lombardia più respirabile ci ha pensato il report sull'aria presentato ieri in Regione dall'asssessore all'Ambiente Raffaele Cattaneo e dal presidente di Arpa, Stefano Cecchin.
Si parte elencando un dato positivo, ossia che per il terzo anno di fila la Lombardia ha rispettato i limiti per quanto riguarda il valore limite medio annuo di 40 µg/m³ di Pm10.
Per quanto riguarda la provincia di Mantova la situazione non è certo rosea. Innanzitutto, i giorni di superamento del limite di legge di 50 µg/m³ di Pm10 sono saliti a 66 contro i 57 del 2019 e i 34 del 2018, unico anno in cui il limite dei 35 giorni massimi di sforo in un anno è stato rispettato. Per quanto riguarda il Pm 2,5 la concentrazione a Mantova si è attestata sui 20 µg/m3.
Per quanto riguarda i dati sul Pm10 nelle altre province lombarde vediamo che il superamento della media giornaliera di 50 µg/m3 di Pm10, a Milano è successo 90 volte, 78 a Cremona, 66 a Monza (come Mantova, vedi sopra), 64 a Pavia, 62 a Brescia, 59 a Lodi, 46 a Bergamo e a Como, 25 a Varese, 24 a Lecco e 7 a Sondrio. Sono 3 pertanto i capoluoghi di provincia in cui è stato rispettato il limite previsto dalla normativa italiana ed europea di non più di 35 giorni oltre soglia.
"I dati - ha detto l'assessore Cattaneo - sono comunque sorprendenti perché il lockdown, con il conseguente blocco del traffico veicolare, non ha portato a una significativa diminuzione dei giorni di superamento del valore limite giornaliero (50 µg/m³). Al contrario c'è stato un leggero incremento rispetto al biennio precedente, per il prevalere di fattori meteorologici negativi. Questo a dimostrazione che il traffico non è la principale causa dell'inquinamento".