8 settembre, commemorato l’impegno antifascista dei sacerdoti don Costante Berselli, don Aldo Porcelli e del gruppo Barbano
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- Creato 08 Settembre 2021
- Pubblicato 08 Settembre 2021
MANTOVA, 08 sett. – L'indelebile ricordo delle vicende legate all'otto settembre 1943 viene commemorato ogni anno dall'Amministrazione comunale in un luogo simbolo della Resistenza mantovana.
Questa mattina la significativa cerimonia organizzata dal Comune di Mantova e dall'Anpi si è tenuta davanti alla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio in via Trento per ricordare l'impegno antifascista dei sacerdoti don Costante Berselli, don Aldo Porcelli e del gruppo Barbano.
"Il movimento di Liberazione – ha detto l'assessore Iacopo Rebecchi – era formato anche da sacerdoti che parteciparono attivamente alla Resistenza, come dimostrano le vicende vissute dalle figure che vengono rievocate oggi".
Carlo Benfatti dell'Anpi provinciale ha evidenziato come la Resistenza mantovana sia stata un'esperienza diffusa che coinvolse i vari strati sociali, civili ma anche ecclesiastici, pur in contrasto con la posizione ufficiale della Curia.
Ha poi ricostruito la storia dei due sacerdoti mantovani e del gruppo Barbano, soffermandosi in particolare sulla radio ricetrasmittente clandestina che fu installata nella canonica della Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio e che serviva per trasmettere informazioni alla rete dei partigiani per contrastare i tedeschi e i fascisti.
Il 2 agosto del 1944 l'impianto radio fu scoperto, quindi don Berselli fu arrestato, torturato e deportato in Germania nel campo di concentramento di Dachau. Fortunatamente tornò a Mantova vivo.
Fu arrestato anche Felice Barbano, ma riuscì a fuggire dal carcere di Verona, mentre don Porcelli riuscì a dileguarsi e non fu incarcerato.
Infine, don Giovanni Telò, ha evidenziato che sono stati una quindicina i sacerdoti che parteciparono alla Resistenza in modo attivo e in stretto collegamento con don Primo Mazzolari.
Alla cerimonia erano presenti le autortà militari e anche gli esponenti dell'Anpi Maria Zuccati, Luigi Benevelli e Rodolfo Rebecchi.