Effetto Covid sul comparto turistico mantovano che perde pezzi. L'analisi di Confcommercio: '2021 a rischio'
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- Creato 23 Febbraio 2021
- Pubblicato 23 Febbraio 2021
MANTOVA, 23 feb. - L'effetto covid, con chiusure e lockdown a più riprese ormai da un anno, si sta facendo sentire sul comparto turistico mantovano che perde pezzi in diversi settori. A denunciarlo Confcommercio Mantova.
Secondo un'analisi dell'associazione di categoria, che ha preso in esame un periodo di 8 anni (2012-2020) a Mantova città sono diminuite le attività commerciali al dettaglio sia in centro storico (da 316 a 282 imprese) che al di fuori del centro cittadino (da 266 a 240 unità ); gli alimentari (30 in centro storico e 27 fuori) sono sostanzialmente stabili rispetto al 2012 (erano 33 e 27) ma calano rispetto al 2018; in lieve progresso i tabacchi e soprattutto gli esercizi specializzati in applicazioni informatiche che quasi raddoppiano in centro (ora sono 10) e fuori (5); stabili le farmacie e l'ambulantato.
In flessione il dato degli alberghi in centro storico (sono 14 contro i 16 del 2012), dato che è invece in crescita nel resto del territorio comunale (29 rispetto ai 22 di otto anni prima). Aumenta il numero di bar e ristoranti nel confronto con il 2012 (quando erano 176 in centro storico e 154 fuori dal centro storico, oggi sono rispettivamente 180 ne 184). Gli effetti post-pandemia però potrebbero determinare una sensibile flessione nei prossimi mesi.
"Città con meno negozi e un forte turn over del tessuto commerciale, in cui emerge un'aspettativa di vita più bassa delle imprese, sono l'emblema della crisi - sottolinea presidente di Confcommercio Mantova Ercole Montanari - Il rischio di non "riavere" i nostri centri storici come li abbiamo visti e vissuti prima della pandemia è molto concreto anche a Mantova e questo significa minore qualità della vita dei residenti e minore appeal turistico".
L'analisi di Confcommercio, traslata a livello nazionale, evidenzia numeri poco confortanti. Dalle città italiane "sono sparite - sottolinea l'associazione - complessivamente, oltre 77mila attività di commercio al dettaglio (-14%) e quasi 14mila imprese di commercio ambulante (-14,8%); aumentano le imprese straniere e diminuiscono quelle a titolarità italiana".
La pandemia ha acuito certe tendenze e ne ha modificate "drammaticamente" altre: nel 2021, solo nei centri storici dei 110 capoluoghi di provincia e altre 10 città di media ampiezza, oltre ad un calo ancora maggiore per il commercio al dettaglio (-17,1%), si registrerà per la prima volta nella storia economica degli ultimi due decenni anche la perdita di un quarto delle imprese di alloggio e ristorazione (-24,9%). Anche il commercio elettronico, che vale ormai più di 30 miliardi, registra cambiamenti a causa della pandemia: nel 2020 è in calo del 2,6% rispetto al 2019 come risultato di un boom per i beni, anche alimentari, pari a +30,7% e di un crollo dei servizi acquistati (-46,9%).
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