Istat, frena l'economia italiana. Stime Pil riviste al ribasso
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- Creato 05 Settembre 2023
- Pubblicato 05 Settembre 2023
ROMA, 05 set. - L'economia italiana è in frenata e l'Istat ha rivisto le stime del Pil.
Nel secondo trimestre del 2023, riferisce l'Istat, il Prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4% nei confronti del secondo trimestre del 2022.
L'Istat certifica il rallentamento dell'economia italiana nel 2° trimestre e rivede al ribasso le stime annunciate lo scorso 31 luglio. Nel dettaglio, il prodotto -espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato- è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4% nei confronti del secondo trimestre del 2022. La stima del Pil diffusa in via preliminare il 31 luglio 2023 era stata di una riduzione congiunturale dello 0,3% e di una crescita tendenziale dello 0,6%.
Il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022. La crescita acquisita per il 2023 è pari a+0,7%, in ribasso rispetto alla previsione che indicava un aumento dello0,8%. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in diminuzione, con un calo dello 0,3% dei consumi finali nazionali e dell'1,8% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono anch'esse diminuite, entrambe in misura pari allo 0,4%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,7 punti percentuali alla variazione del Pil: nullo il contributo dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private-Isp, -0,4 quello degli investimenti fissi lordi e -0,3 quello della spesa delle amministrazioni pubbliche. Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,3punti percentuali, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato nullo. Si registrano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti rispettivamente dell'1,3%, dell'1,4% e dello 0,1%.
(adnKronos)
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