Automobili, calano le vendite Ue (-4,6%). Stime però in rialzo per il 2023

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Automobili7ROMA, 11 feb. – Secondo i dati Acea, l'Associazione europea dei costruttori di auto, nel 2022 le immatricolazioni globali di auto hanno raggiunto i 66,2 milioni di unità, grazie alla ripresa delle vendite nell'ultimo trimestre dell'anno.

Tuttavia, sottolinea l'Acea, la domanda è ancora ben al di sotto dei livelli pre-pandemia del 2019.

Le immatricolazioni nella regione europea sono diminuite del 10,4% nel 2022 a 12,8 milioni di unità, influenzate dalla carenza di semiconduttori e dal conflitto russo-ucraino. Nell'Ue le immatricolazioni sono diminuite del 4,6% a 9,3 milioni di unità, il livello più basso dal 1993. A pesare la perfomance di tre dei suoi quattro maggiori mercati: Italia (-9,7%), Francia (-7,8%) e Spagna (-5,4%). In controtendenza la Germania con un modesto aumento (+1,1%), grazie alle vendite di dicembre.

Guardando al 2023, le prospettive per il mercato auto dell'Ue sono "leggermente più positive". Nonostante un difficile contesto economico nella regione, e il perdurare della crisi delle forniture, le immatricolazioni dovrebbero aumentare di circa il 5% quest'anno, tornando sui livelli del 2020, ma ancora molto al di sotto dei 13 milioni di auto vendute prima della pandemia nel 2019.

In Nord America nonostante un leggero rimbalzo nell'ultimo trimestre del 2022, i volumi di vendita per l'intero anno sono diminuiti dell'8,7% rispetto al 2021, a 12,7 milioni di unità. In Giappone le vendite di auto sono diminuite del 5,1% rispetto al 2021, a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia e del deprezzamento dello yen.

In Cina le vendite sono aumentata del 7,6% su base annua a 21,7 milioni di auto vendute: il ritiro degli incentivi governativi a fine 2022, ha sostenuto la domanda.

Sul fronte della produzione, nel 2022 sono state prodotte in tutto il mondo oltre 68 milioni di autovetture, con un aumento del 7,9% sul 2021, ma rispetto al 2019 mancano all'appello 5,6 milioni di auto. In Europa, nonostante un aumento del 7,1% della produzione, i volumi complessivi sono diminuiti dell'1,6%, risentendo del crollo dei mercati russo e ucraino.

(askanews)


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