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Suicidio assistito, Speranza: 'Applicare la sentenza della Consulta'

SperanzaRoberto2ROMA, 13 ago. – Il ministro Roberto Speranza ha ribadito che il Ministero della Salute "ha avviato già nei mesi scorsi un confronto con le Regioni che ha l'obiettivo di superare due problemi che rischiano di ostacolare l'attuazione della sentenza della Consulta" sul suicidio assistito "o di produrre una sua applicazione non omogenea nei diversi territori".

La rassicurazione di Speranza arriva in risposta alla lettera di un uomo che ha rivendicato, sulle pagine della Stampa, il suo diritto a morire con dignità e a ricevere dall'Asl il farmaco letale.

L'uomo di 43 anni, che, per tutelare la privacy della sua famiglia, si firma con il solo nome Mario, ha raccontato la sua vicenda con una lettera al quotidiano diretto da Massimo Giannini. Da due lustri, vive paralizzato e allettato a causa di una lesione del midollo spinale conseguente a un incidente e nel messaggio rivolto sia al premier Mario Draghi che al ministro della Salute Roberto Speranza, chiede il suicidio assistito in una struttura pubblica.

Nella sua lettera alla Stampa il ministro Speranza ricorda che "in assenza di una regolazione legislativa più generale della materia, di cui pure ha ribadito la necessità, la Consulta ha stabilito che una persona (...) ha il diritto di chiedere a una struttura pubblica del servizio sanitario l'assistenza al suicidio medicalmente assistito".

Da qui il duplice impegno del ministro per superare i due problemi accennati: "Il primo riguarda una ricognizione regione per regione sulla natura e sulla composizione dei comitati etici territoriali, per verificare la loro presenza e la loro adeguatezza a svolgere il delicato ruolo che la Consulta ha affidato loro, sottolineando la necessità di un 'organo collegiale terzo, munito delle adeguate competenze, il quale possa garantire la tutela delle situazioni di particolare vulnerabilità'. Il secondo riguarda l'opportunità di un'intesa fra Governo e Regioni, che possa consentire a queste ultime di fornire indicazioni chiare e univoche alle rispettive aziende sanitarie locali sulla procedura di applicazione del dispositivo della Consulta".

Il titolare della Salute, "personalmente convinto da tempo della necessità e dell'urgenza di un intervento legislativo in materia", precisa di aver mantenuto, da ministro, "la posizione di principio che su materie come questa non ci possa essere alcuna iniziativa del governo che scavalchi o surroghi il ruolo del Parlamento".

"La Sua lettera, per tante ragioni, meritava una risposta", scrive ora Speranza al signor Mario. "Ora continueremo a lavorare in silenzio, per ciò che il governo può fare nell'ambito delle sue competenze, per consentire l'applicazione più uniforme possibile, al di là di ogni legittima posizione politico-culturale, della sentenza della Corte Costituzionale, nel rigoroso rispetto dei requisiti molto chiari e stringenti che essa ha stabilito".

(askanews)


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