Green pass, Landini boccia la proposta di Confindustria: 'Non spetta a loro decidere chi lavora'

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LandiniMaurizio2ROMA, 22 lug. – "Spero che sia il caldo" ha dichiarato il segretario della Cgil Maurizio Landini commentando la proposta di Confindustria di vietare l'ingresso in azienda ai non vaccinati e di sospenderli dallo stipendio.

La proposta era contenuta in una mail interna e doveva rimanere riservata ma ieri è stata rivelata dal quotidiano Il Tempo.

"Un forzatura", la definisce Landini. "In questo anno di pandemia i lavoratori sono sempre andati in fabbrica in sicurezza. Rispettando i protocolli e le norme di distanziamento. Non sono le aziende che devono stabilire chi entra e chi esce. Una scelta di questo tipo la può compiere solo il governo. I lavoratori sono stati i primi, durante la pandemia, a chiedere sicurezza arrivando addirittura allo sciopero per ottenerla. Io mi sono vaccinato e sono perché tutti si vaccinino. Ma qui, diciamolo, siamo di fronte a una forzatura. Non va mai dimenticato che i lavoratori sono cittadini e hanno i diritti e i doveri di tutti i cittadini. Confindustria, piuttosto, si preoccupi di far rispettare gli accordi contro i licenziamenti".

"Siamo di fronte ad aziende che chiudono lo stabilimento italiano e proseguono la produzione altrove. In alcuni casi rifiutandosi, com'è accaduto nei giorni scorsi, di discutere con il governo e le istituzioni", osserva Landini. Come impedirlo? "Sottolineando che questi sono atteggiamenti che vanno contro le istituzioni italiane. Alle quali spetta il compito di tutelare il lavoro e il nostro tessuto produttivo. Serve una politica industriale che promuova investimenti in Italia e che faccia tornare qui il lavoro precedentemente delocalizzato".

"Non è sovranismo. E' mettere al centro il lavoro in Italia. E questo è vero soprattutto oggi, nel cuore di una trasformazione profonda del nostro sistema industriale ed economico. Ci sono nuovi prodotti per un nuovo modo di vivere. Ad esempio gli autobus elettrici, i treni a idrogeno dovremo comperarli all'estero o potremo produrli noi e venderli anche agli altri Paesi?", aggiunge il segretario della Cgil che teme un autunno difficile per il lavoro: "Lo sarà se non interverremo presto".

(askanews)


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