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Santa Sede, bilancio 2020 positivo nonostante la pandemia: 1,379 miliardi di euro il patrimonio

Vaticano SanPietro4CITTA' DEL VATICANO, 01 ago. – La Santa Sede ha pubblicato pochi giorni fa il bilancio consolidato, nonché, per la prima volta, il budget dell'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, che mostrano un impianto solido e una situazione migliore di quanto la pandemia avesse fatto temere. Tre, in particolare, le buone notizie che emergono dal bilancio.

Il 2020 è stato 'tutto sommato, meglio di quanto ci aspettassimo', ha spiegato a Vatican News il prefetto della Segreteria per l'Economia, padre Juan Antonio Guerrero. Gli introiti sono stati di 248 milioni di euro, le uscite di 315 milioni di euro, e il bilancio dell'anno scorso si chiude dunque con un deficit – già coperto – di 66 milioni di euro.

Il "sotto-bilancio" dell'Apsa registra un deficit di 27 milioni, "risultato non realizzato" legato all'andamento del mercato dei titoli. Nel 2019, e dunque prima della pandemia, il deficit della Santa Sede era stato di 11 milioni di euro. 'Non posso dire che sia stato un buon anno', spiega il 'ministro delle Finanze' vaticano. 'Ma date le circostanze, posso dire che per il 2020, prima della pandemia, avevamo previsto a budget un deficit di 53 milioni di euro. Quando è apparso il Covid, le previsioni di deficit che abbiamo fatto nel migliore scenario sarebbero state di 68 milioni di euro e nel peggiore di 146 milioni di euro. Nello scenario medio il deficit si prevedeva di 97 milioni di euro. Così abbiamo rivisto il bilancio in marzo accettando un deficit di 82 milioni di euro. Il risultato che si è invece verificato, con un deficit di 66,3 milioni di euro, è stato leggermente migliore del migliore degli scenari ipotizzati, e decisamente migliore di quanto avevamo previsto nel bilancio rivisto in marzo'. La buona notizia – la prima – è che, spiega il gesuita spagnolo, 'grazie agli sforzi fatti, i risultati si avvicinano molto a quelli di un anno normale. Il deficit ordinario è inferiore di 14,4 milioni di euro rispetto al 2019: 64,8 milioni di euro nel 2020, rispetto ai 79,2 milioni di euro del 2019. Questo è senza dubbio un risultato migliore. Tuttavia, il rendimento degli investimenti finanziari è stato inferiore di 51,8 milioni di euro e anche il risultato straordinario è stato inferiore di 17,8 milioni di euro'.

Il bilancio pubblicato riguarda non già l'intero Vaticano, ma la sola Santa Sede, ossia la Curia. Il suo patrimonio netto, peraltro, è di 1,379 miliardi di euro. Quanto ai flussi di cassa, i vari uffici romani, nonché le nunziature in giro per il mondo, assommano al 36% del bilancio vaticano complessivo, lo Stato della Città del Vaticano è pari al 14%, lo Ior il 18%, altre fondazioni e fondi, quali il fondo pensione il 24% e, infine, l'Obolo di San Pietro è pari al 5% e altri fondi che afferivano alla Segreteria di Stato il 3% del totale. E' previsto, peraltro, che in futuro il budget venga aggregato diversamente, includendo altri settori sinora esclusi. Rientra nel bilancio della Santa Sede quello, specifico, dell'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica (Apsa), la "cassaforte" vaticana, che gestisce il patrimonio immobiliare e gli investimenti mobiliari e, guidata da mons. Nunzio Galantino, sempre oggi pubblica, per la prima volta, il proprio budget: "Per evitare equivoci", spiega il presule a Vatican News, "voglio precisare che se quest'anno si è deciso di rendere pubblico il bilancio non vuol dire che l'Apsa non abbia, nel passato, redatto il proprio bilancio e non l'abbia presentato per l'approvazione agli organi di controllo. Renderlo pubblico è certamente un passo avanti nella linea della trasparenza e della condivisione".

Il bilancio consuntivo della Santa Sede, che l'anno scorso – ed era la prima volta che veniva pubblicato un budget dettagliato – fu pubblicato il primo ottobre, quest'anno è stato pubblicato prima della pausa estiva, e prima che martedì prossimo, 27 luglio, si apra nel tribunale vaticano presieduto da Giuseppe Pignatone il processo che ruota attorno al palazzo di Sloane avenue 60, a Chelsea, centro di Londra. La compravendita truffa venne decisa all'epoca in cui Sostituto agli Affari generali della Segreteria di Stato, nel 2014, era Angelo Becciu, e il cardinale figura ora tra gli imputati, insieme ad altri dipendenti o ex dipendenti vaticani e ad un gruppo di finanzieri e broker esterni allo Stato pontificio.

(askanews)


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