Turismo, le prenotazioni non decollano e la crisi aumenta. Persi 3,2 miliardi di fatturato
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- Creato 19 Giugno 2020
- Pubblicato 19 Giugno 2020
ROMA, 19 giu. - Il turismo sta vivendo una delle sue peggiori crisi a causa dell'emergenza Covid.
Nonostante la ripresa della mobilità nazionale ed internazionale, le prenotazioni non decollano. E per i tre mesi dell'estate si prevede un calo senza precedenti, con 12,8 milioni di viaggiatori e 56 milioni di pernottamenti in meno rispetto all'estate 2019. Una brusca frenata che cancellerà oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato, di cui il 52% per le attività extralberghiere e il 48% per il comparto alberghiero.
È quanto emerge da uno studio condotto da Cst Firenze per Assoturismo Confesercenti, intervistando un campione di 2.118 imprenditori della ricettività .
Il calo riporta indietro l'orologio del turismo italiano di circa 20 anni: quella del 2020, infatti, è l'estate peggiore per numero di presenze dal 1998. Turismo straniero dimezzato. A pesare è soprattutto il calo dei visitatori stranieri: sui 56 milioni di pernottamenti perduti, ben 43 milioni sono di turisti esteri che quest'anno non giungeranno nelle località del nostro Paese, con un crollo del -43,4% rispetto all'estate 2019: quasi un dimezzamento. La flessione sarà invece più contenuta per la domanda interna dei viaggiatori italiani (-11,6%).
I risultati peggiori saranno registrati dal comparto alberghiero con una flessione del -28,7%, mentre l'extralberghiero si attesterà al -23,7%. La tendenza negativa interesserà tutte le aree, anche se gli andamenti peggiori sono stati segnalati dagli imprenditori del Nord Ovest (-32,9% di pernottamenti). Valori negativi più o meno omogenei sono attesi per il Nord Est (-28,7%) e Centro (-25,8%) mentre meno pesante, ma comunque rilevante, sarà la riduzione per il Sud e le Isole (-19,3%).
Analizzando le destinazioni italiane per tipologia, ipotizziamo un calo delle presenze turistiche del -38,3% per le località lacustri e del -36% per quelle termali. La flessione si attesta al -34,3% per le città d'arte e affari, del -31,4% per mete rurali e collinari, del -21,8% per le località montane e del -20,9% per quelle marine.
In calo anche l'offerta. Alla riduzione della domanda corrisponderà anche un netto calo dell'offerta del settore ricettivo: Saranno infatti circa 23mila le strutture che quest'estate non apriranno affatto, di cui 3mila nel comparto alberghiero. Molte altre – per ragioni di sostenibilità e di distanziamento sociale – hanno ridotto le disponibilità . Secondo le indicazioni ricevute, è prevedibile per l'estate 2020 una riduzione complessiva di 1,8 milioni di posti letto.
I riflessi sul lavoro. La riduzione concomitante della domanda e dell'offerta avrà anche un importante effetto occupazionale: si stima infatti che ad oggi siano oltre 82mila gli addetti (fissi e stagionali) del sistema ricettivo rimasti senza posto di lavoro, di cui solo una parte protetta dalle misure economiche messe in atto dal Governo.
(askanews)
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