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Giovedi, 28 Marzo 10:07:am

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Gavioli va in Inghilterra - Diario di viaggio: Giornata mostruosa, nove ore di bici per pochi chilometri

Mantova GavioliStefano ViaggioInghilterra4L'Altra Mantova ha deciso di seguire Stefano Gavioli, disoccupato over 50, in questa sua impresa su due ruote per raggiungere l'Inghilterra.

Come già fece nel 2014, in occasione del viaggio a Bruxelles, sempre in bici, Gavioli terrà una sorta di "Diario di Viaggio" sulle nostre pagine, nella sezione "Viaggi". Buona avventura.

Tre settembre - Lavis (Trento)

Fantozzi direbbe: "Nove ore di bicicletta? Una cosa mostruosa"

Solo che, la cosa veramente "mostruosa" è che di strada ne ho fatta davvero poca.

Ma partiamo dall'inizio.

Al mattino "mostruosa" colazione. (Sono in un Bed end Breakfast che è anche un agriturismo, e se vi raccontassi cosa ho mangiato la corrispondenza non finirebbe più. Il posto si trova a Lavis, una ventina di chilometri dopo Trento).

Ad un unico tavolo siedo io (single) e un' intera famiglia di tedeschi. Facciamo qualche prova di dialogo. Ma è dura. Loro parlano solo tedesco. E io, parlo solo italiano. Ci fa da interprete la titolare del bred end breakfast.

La famiglia tedesca sta andando a Venezia, ed io chissà.

Finito di mangiare io seguo le indicazioni del titolare del bred end breakfast. Lui insiste perché io prenda una "scorciatoia", la quale mi porterà dritta sullla Pista ciclabile Val d'Adige.

Io quando sento parlare di "scorciatoia" mi viene la pelle d'oca. Per me "scorciatoia" vuol dire: "stai sicuro che mi perdo"

E nonostante questo ogni volta ci ricasco. Mi dico: "se uno cerca di spiegarti una strada più corta, ci sarà pure un motivo?".

Sta di fatto che anche a Valdis mi perdo. Vago per il paese per più di mezz'ora per ritrovare i miei punti di riferimento. E poi, eccola, di nuovo sulla ciclabile.

Non ho molto da segnalare tranne che la Pista Ciclabile Val d'Adige è "bombata" di ciclisti ed è bellissima. Le uniche pecche è che non ci trovi un cestino e neppure una fontana.

Arrivo a Bolzano: la città della bicicletta. E se devo essere sincero di Bolzano non me ne frega un cazzo. Sono in ritardo sui tempi. (Più perdo tempo più spendo). A me interessa solo superare la città.

La pista ciclabile che mi deve portare a Bressanone (la mia prossima tappa) è tutta un girare di qui, e poi salta di là, e poi ancora di qui. (L'unica cosa positiva è che tutti gli automobilisti alle strisce pedonali ti danno la precedenza). Comunque da sto casino ne salto fuori.

Esco da Bolzano.

Com'era bella la Ciclabile Val d'Adige, tanto è brutta questa che porta a Bressanone. Seguo l'autostrada, seguo la ferrovia, poi giro dietro ad un capannone, poi ad un supermercato. Difatti, di ciclisti ne incrocio (a differenza dell'altra) pochissimi. E di nuovo nessun cestino e nessuna fontana e anche poche panchine (a dirla tutta).

Qualche bel tratto di strada c'è. Sopratutto quando entro nei boschi. Poi, rimango sorpreso, quando vedo che ci sono gallerie, e un paio sono anche lunghe, solo per le biciclette.

Poi comincia il saliscendi. Il giro in giostra. Per me il saliscendi è un incubo. Ti sembra di fare parecchia strada e invece sei sempre lì. Come se fossi su una cyclette.

A Bressanone ci arrivo stremato. Alle otto di sera. Più di nove ore di bicicletta per fare una manciata di chilometri. Ho troppa roba sulla bicicletta. E questo lo sento sopratutto in salita. E' come se trainassi con le due ruote un autocarro.

A Bressanone gironzolo di qui, gironzolo di qua. Poca gente in giro. E non vedo niente di economico. Non guardo la città, cerco solo un rifugio nel quale rintanarmi.

Si fa buio e sono ancora lì che "brancolo"

Fermo una coppia che, nel mio gironzolare, ho incrociato più volte. Li fermo perché hanno dei volti affidabili. Cominciamo a parlare, i due parlano l'italiano in modo sciolto, non come il vecchio Gustav Thoeni (l'indimenticabile campione di sci). I due sono discordi nel segnalarmi quale posto sia il posto più economico. Io decido di fidarmi più della ragazza (di solito in fatto di economia le donne ci sono due spanne sopra).

Anche loro sono precari. Lei dice che vuole emigrare in Svezia. In Svezia sei trattato benissimo. Hai tutte le tutele sociali che ti servono per avere una vita dignitosa. Ma anche da queste parti la gente non sta male. Non c'è povertà. E che non ci sia povertà lo respiri nell'aria.

Stavolta niente bed end breakfast. Sono le 21,30 passate. Sono a pezzi. E domani sarà un altra giornata dura. Devo avvicinarmi il più possibile a Dobbiaco. E finalmente l'Austria. Ci sto passando troppo tempo in questa regione autonoma Altoatesina.

Entro nell'albergo. E quando sento il costo della camera, quasi svengo. Alla ragazza alla recption dico che sono un ciclista disoccupato e che sto andando in Inghilterra.

Lei allora mi pratica uno sconto del 10%. E io le dico che vorrei tanto anche una birra. Sono quattro giorni che non bevo una birra.

E con il 10% di sconto mi arriva anche la birra.

Non so se più è uno scherzo o un incubo.


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