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Venerdi, 19 Aprile 11:58:pm

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Gavioli va in Inghilterra - Diario di Viaggio: Acqua, e ancora acqua. Sono fradicio. Decido di cambiare itinerario

Mantova GavioliStefano ViaggioInghilterra3L'Altra Mantova ha deciso di seguire Stefano Gavioli, disoccupato over 50, in questa sua impresa su due ruote per raggiungere l'Inghilterra.

Come giĂ  fece nel 2014, in occasione del viaggio a Bruxelles, sempre in bici, Gavioli terrĂ  una sorta di "Diario di Viaggio" sulle nostre pagine, nella sezione "Viaggi". Buona avventura.

Due settembre

In un bed and breakfast. Venti chilometri da Trento.

Appena mi alzo scruto subito il tempo. Non sembra malaccio.

Ieri, quanta pioggia, cazzo. Neppure so dove sono.

Pioveva di maledetto, ho visto l'indicazione di un bed and breakfast e mi ci sono subito fiondato. E intanto pregavo perché ci fosse una stanza per me.

Preghiera esaudita

Sono l'unico cliente.

Stamattina ho dovuto fare un'ora di stretching. Le gambe erano rigidissime. E anche la schiena non era messa troppo bene.

Adesso sono seduto al tavolo. E davanti a me c'è la colazione.

Alleluia. Il più bel momento della giornata. Pappo tutto quello che c'è. Non mi sfuggono neppure le briciole.

La signora che gestisce il posto, una donna sui sessant'anni, molto gentile, mi chiede che strada intendo percorrere. Io le dico che voglio andare a Dobbiaco e che poi prendo la ciclabile "San Candido". Lei annuisce. Poi dice: -Una gran faticaccia. Ma perché non prende la via Claudia Augusta?-

-La via Claudia Augusta?-

-Si, è meglio conosciuta come Pista ciclabile Val d'Adige. Arriva a fino a Bolzano senza fare tutta quelle salite che lei vuole affrontare. Poi passa per il Brennero. I tedeschi vengono tutti da lì-.

E' vero, porcaputtana. C'è anche questa possibilità.

Immediatamente valuto i pro e i contro. E di contro non ne vedo nemmeno uno. Ho una bicicletta che mi preoccupa. Sono carico come un mulo. Io non sono piĂą quello di una volta.

Perché voglio arrampicarmi su delle gran salite, se posso evitarle?

Già, perché?

La mia decisione è repentina. Il mio programma cambia all'istante.

E sia la via Claudia Augusta.

Salgo in bici. Trovo l'indicazione della ciclabile.

E vai.

Non ho bisogno di chiedere se sono sulla strada giusta. Vagonate di ciclisti.

Dopo pochi chilometri mi si affianca un ciclista. Visto che sono così carico, mi chiede dove sto andando?

-In Inghilterra-.

-Accidenti. Un gran bel viaggio-.

-Sicuro-.

Chiacchieriamo piacevolmente. Lui è di Trento e fa ogni tipo di sport. Un vero atleta. Un Iron Man.Io gli dico che invece vado molrto piano. Ho il mio ritmo. E lui risponde che è la cosa più giusta da fare.

Poi mi saluta. E la pioggia comincia a scendere.

Poi dilaga.

Una pioggia torrenziale. Percorro pochi chilometri e poi metto nel mirino un ristoro per ciclisti. Mi ci fiondo. E' un bar. Molti ciclisti, ma non solo. Prendo un caffè e una bottiglietta d'acqua gasata (2,5 euro), tanto per giustificare il fatto che mi piazzerò lì, per un po'. Dopo mezz'ora sono ancora lì.

I ciclisti, incuranti della pioggia vanno e vengono. I ciclisti sono pazzi. Poi, l'acqua sembra diminuire di intensitĂ . E allora mi dico: "Oh, se mi tocca, mi tocca".

Salgo in bici e parto.

Fino a Trento, niente di cui preoccuparmi troppo.

E poi di nuovo acqua a catinelle.

Trento non ho la piĂą pallida idea di come sia come cittĂ . Ci devo essere stato, qualche volta. Ma chi se ne frega. Penso solo a come "beccare" il meno acqua possibile. Mi piazzo sotto un ponte, sotto a un albero. Ma la pioggia non molla.

Mentre sono in sosta, nei pressi di un parco, faccio la conoscenza di un altro ciclista. Lui è di Modena e sta andando a Bolzano a trovare la sua ex ragazza. Chiacchieriamo. Mi offre una barretta energetica. Gli chiedo come fa ad essere così magro. -Sono vegano-, mi risponde. E' il primo vero vegano che conosco. Parliamo di cibo. -Ma almeno il vino lo bevi? Sei di Modena. E il lambrusco l'avete inventato voi-.

-No, il vino lo bevo. Ogni tanto-.

Poi parte. La pioggia gli fa un baffo. E se fa un baffo a lui, io chi sono?

Poco dopo, risalgo in sella. La pioggia e l'umiditĂ  mi penetrano fino alle ossa. Rabbrividisco. Mi fermo. Metto una felpa sotto il k-way. Poi riparto.

E' un massacro.

Incontro molti ciclisti. Tutti bardati contro la pioggia. Tutti mi salutano sorridenti. Tedeschi, solo loro sono così.

Vado avanti, impreco. Mando a fare in culo. Prego.

Poi, entro in un paese, Lavis, e trovo la mia insegna: "Bed end Breakfast" a 800 metri.

Sono appena le quattro del pomeriggo. Ho percorso solo una cinquantina di chilometri.

E allora?

Sono fradicio. Le scarpe e le calze sono zuppe. Sono zuppi i pantaloncini e pure gli zaini. Arrivo al Bed and Breakfast, e quando domando: -Avete una stanza?-, e ricevo la ridposta che bramavo: "Si".

Allora sento rinascere in me la speranza.


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