Gavioli va in Inghilterra - Diario di Viaggio, giorno 2: arrivo a Trento nonostante piogge torrenziali

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Creato 03 Settembre 2017

Pubblicato 03 Settembre 2017

L'Altra Mantova ha deciso di seguire Stefano Gavioli, disoccupato over 50, in questa sua impresa su due ruote per raggiungere l'Inghilterra.

Come già fece nel 2014, in occasione del viaggio a Bruxelles, sempre in bici, Gavioli terrà una sorta di "Diario di Viaggio" sulle nostre pagine, nella sezione "Viaggi". Buona avventura.

Primo settembre - Mattino - Poco prima di Malcesine

Quando scendo a fare colazione, butto un occhio al cielo. Pessime notizie. Il cielo non promette niente di buono.

La proprietaria del bed and breakfast mi fa sedere all'unico tavolo che c'è sul balcone. Mi dice che sono l'unico single, e quindi ...

Il balcone si affaccia sul lago.

E' un "trattamento" da vip.

La donna con tono "cospiratorio" mi sussurra che lei sa chi sono, e che sa che cosa ho fatto. (Il giorno prima le avevo detto che in bici sto andando in Inghilterra). E poi lei ha cominciato a navigare su internet. (Dove ha letto che, nel 2014, io ho portato una petizione al Parlamento Europeo a favore del lavoro).

Mi viene riservato un magnifico trattamento.

E io, per ringraziare, mi spazzolo ogni ben di dio che mi trovo davanti.

Prima di andarmene la donna mi rivela:-Guardi che per trovare lavoro, lei non deve per forza andare in Inghilterra. Basta che lei venga qui durante la stagione estiva. I giovani certi lavori non li vogliono più fare. Ma un cinquantenne si ... Certo è un lavoro provvisorio. Ma la stagione è lunga-.

Da tanta premura sono commosso.

Salgo in bicicletta. Senza entrare in paese supero Malcesine. Mi dispiace, ma il cielo mi preoccupa. Se comincia a piove perderò tempo.

Infatti, poco prima di Torbole, la pioggia comincia a scendere.

Sulla strada, quando non posso percorrere la ciclabile che costeggia il lungolago, il traffico è intenso. E ogni volta che un autotreno mi sorpassa, ho delle piccole sbandate. Un incubo.

In pieno diluvio raggiungo Riva del Garda. Trovo riparo sotto la copertura di un centro commerciale. Poi sembra smettere. E allora esco. Ma ecco che, all'improvviso: una nuova violentissima scarica di pioggia.

Mi butto sul marciapiede e trovo rifugio sotto un albero.

Poi la pioggia smette. E addirittura, si affacciano dei timidi raggi di sole.

Entro in un negozio che vende e affitta biciclette. E chiedo al commesso che sta dietro al balcone: -Sa dirmi come posso trovare la ciclabile che porta a Rovereto?-

Il commesso mi spiega che devo tornare indietro a Torbole. Poi attraversare la strada e prendere per Arco. Lì c'è la ciclabile.

Me ne torno indietro e percorro la ciclabile (che costeggia il lungolago). Sono stupefatto dal panorama. Scorci di puro incanto.

A Torbole perdo un po' di tempo prima di trovare la ciclabile. Appena la scovo mi ci infilo. Altra bellezza. La striscia di asfalto si infila tra i vigneti. Ci sono siepi pieni di fiori colorati. Ma ad Arco finisce anche la ciclabile.

Ma perché le cose non sono mai semplici?

Chiedo informazioni ad un uomo in maglietta, pantaloncini e scarpe da corsa che sta facendo degli stiramenti. Il corridore mi spiega che adesso devo uscire dal paese. E, per farlo. devo seguire un determinato tragitto. Qunidi devo fare un pezzo di strada statale fino a Nago. Li ci troverò la ciclabile per Rovereto.

(Il percorso che dovrei fare io é questo: prima a destra, poi a sinistra, superare un ponte e poi un altro ancora, E poi svoltare di qui ... E io non ho la più pallida idea di come possa riuscirci).

Il corridore capisce che sono in pieno caos mentale e mi dice: -Sa cosa faccio? Le faccio strada io-.

Io rimango sempre basito quando trovo simili gentilezze.

No, il mondo non è perduto.

Il corridore mi fa da guida e intanto parliamo. Anche lui, come me, mentre era in bicicletta è stato investito da una macchina. E' vivo per miracolo. La macchina che l'ha investito ha risucchiato lui e la sua bicicletta. Ed è finito sotto. Tra noi si fa strada dell'empatia. Poi parliamo della crisi economica e di quanto è dura la vita.

Uscito dal labirinto piazzo le ruote sulla strada che porta a Rovereto. Qui c'è il mio primo assaggio di salita. Traffico a go go. Autotreni che mi sfiorano a manetta e mi sventagliano.

Arrivo a Nago.

Solio problema: e adesso che cazzo faccio?

Entro in un bar prendo due bottigliette d'acqua gasata (un euro e cinquanta l'una), nel frattempo chiedo informazioni.

-Per trovare la ciclabile deve attraversare il paesee-, mi dice la barista. -E troverà anche tutte le indicazioni-.

Attraverso il paese e trovo la ciclabile. La ciclabile segue dei boschetti, ci sono salitelle e discese. Ovunque ci sono delle panchine. Un sacco di ciclisti.

Arrivo a Rovereto.

Porca puttana.

Ecco di nuovo la pioggia e c'é pure un gran vento contrario.

Oggi mi caoitano tutte.

Prendo la strada che porta a Trento. Per fortuna cala il vento ma la pioggia cresce di intensità. A una ventina di chilometri da Trento davanti agli occhi mi compare un'insegna: "Bed and Breakfast".

Urlo: -E' il mio!-..

E, infatti, una stanza per me, c'è.

Evviva

E appena sistemo la bicicletta all'interno di uno scantinato: di nuovo il diluvio.