Turismo a due ruote, la ricetta per l'Umbria post-sisma
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- Creato 01 Maggio 2017
- Pubblicato 01 Maggio 2017
MILANO, 1 mag. – Turismo a due ruote come opportunità di ripresa per il tessuto economico umbro dopo i danni provocati dai recenti terremoti.
Insieme ai sentieri naturalistici e ai cammini religiosi, il turismo in bicicletta è infatti in Umbria un'importante e apprezzata attrazione del "turismo dolce". E ora – dopo che il recente terremoto ha condizionato altre attività economiche – si rivela anche come opportunità imprenditoriale.
Per questo, Sviluppumbria, agenzia per lo Sviluppo regionale, ha deciso di sostenerlo nell'ambito della più ampia strategia che vede il turismo sostenibile, la mobilità slow il paesaggio e l'enogastronomia come risorse economiche vitali per la regione.
Per illustrare questa strategia, Sviluppumbria, in collaborazione con il Comune di Spoleto e la Regione Umbria, organizza il 12 maggio a Rocca Albornoziana di Spoleto, il convegno "Ambiente, sostenibilità e Turismo: risorse naturali e itinerari di mobilità dolce per la ricostruzione del tessuto economico e sociale".
Un'occasione per riflettere sul ruolo di leva economica di bikeconomy e itinerari naturalistici e religiosi. Oltre al presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, interverranno tra gli altri, Alberto Fiorillo, responsabile Aree urbane e mobilità di Legambiente; Gloria Zavatta, esperta di sostenibilità ambientale che ha curato il programma Sostenibilità di Expo 2015 a Milano e Carlo Maria Medaglia, capo della Segreteria tecnica del ministro dell'Ambiente.
"Riuscire ad illustrare all'opinione pubblica e ai giornalisti i vantaggi, economici e sociali, insiti nella mobilità dolce e nella cosiddetta 'economia della bicicletta' è essenziale per rafforzare questo settore, che ha margini di crescita enormi e trova nella nostra regione il territorio ideale per svilupparsi", ha spiegato Mauro Agostini, direttore generale di Sviluppumbria.
A suffragare la sua analisi, i dati più aggiornati del settore in Europa: "Già oggi il 7% dei cittadini europei – ha sottolineato – sceglie le due ruote come mezzo di trasporto principale, il Pil del settore vale già decine di miliardi di euro (in Germania si aggira sui 9 miliardi) e i costi delle infrastrutture necessarie sono molto bassi: con i fondi necessari a realizzare un chilometro di autostrada si possono costruire 150 km di percorsi ciclabili protetti".
Per di più, ricorda un rapporto della Ecf (European Cyclists' Federation) nessun veicolo produce un numero di posti di lavoro come la bicicletta. Ogni milione di euro investiti, la produzione bici occupa 4,89 addetti contro l'1,63 delle auto, i circa 4 di barche e aerei. Cifra che sale a più di 8 addetti contro 1,92 per il settore vendite e accessori. E tali cifre non considerano i vantaggi in termini ambientali e sanitari, che hanno degli importanti risvolti economici. Il turismo sostenibile e la mobilità dolce – calcolava un rapporto del Parlamento europeo pubblicato esattamente un anno fa – permettono di risparmiare circa 200 miliardi ogni anno, grande ai minori costi sanitari garantiti da una diminuzione delle malattie cardiovascolari e dell'obesità , oltre alle minori spese per carburanti e CO2 emessa.
(askanews)
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