Riaprono le carceri dei Martiri di Belfiore. Nuovo allestimento didattico e visite su prenotazione dall’8 novembre

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Mantova CarceriDucale Apertura1MANTOVA, 26 ott. – Torna ad essere aperto alla visita uno dei luoghi-simbolo della storia risorgimentale italiana: a partire dall'8 novembre le carceri dei Martiri di Belfiore, al secondo piano del Castello di San Giorgio, saranno aperte al pubblico ogni venerdì alle ore 11, su prenotazione.

E' una bella notizia, attesa da tempo considerando che questi ambienti storici e di grande fascino in passato vennero aperti solo saltuariamente in occasioni particolari. Il direttore di Palazzo Ducale, Peter Assmann, presentando questa mattina l'allestimento del percorso di visita, ha sottolineato l'aspetto emotivo che suscita la visita di questi luoghi in cui la memoria del sacrificio si combina con l'opportunità di approfondire la conoscenza di una pagina importante della storia mantovana e di riscoprire una parte poco conosciuta della reggia gonzaghesca.

Inevitabilmente commosso, al suo ultimo impegno al termine dei quattro anni alla guida di Palazzo Ducale, Peter Assmann ha ringraziato gli artefici di questa nuova illustrazione del percorso carcerario con cui ha condiviso obiettivi e sforzi realizzativi.

Mantova CarceriDucale Apertura2A illustrare le caratteristiche del nuovo allestimento didattico hanno contribuito Daniela Ferrari presidente Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, Carlo Saletti direttore scientifico Istituto Mantovano di Storia Contemporanea e Ugo Bazzotti storico dell'arte.

Dagli interventi è emersa l'importanza storica degli eventi che portarono alla carcerazione alcuni protagonisti della lotta risorgimentale italiana - a cui di questi tempi viene riservata pochissima attenzione -, ma anche significative considerazioni relative all'evoluzione nell'uso di ambienti che, in parte, furono prestigiosi luoghi di abitazione dei Gonzaga.

Una stratificazione di elementi e simboli che rendono ulteriormente interessante la visita. Il nuovo allestimento didattico è un progetto di Palazzo Ducale a cura dell'Istituto Mantovano di Storia Contemporanea con la collaborazione di Alice Festa, Verena Frignani, Stefano L'Occaso, Daniela Marzia Mazzaglia, Elena Montanari.

Mantova CarceriDucale Apertura3Il percorso delle Carceri sarà visitabile ogni venerdi mattina alle ore 11 su prenotazione (tel. 0376 352145, e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ) per visitatori singoli (max 20 persone) con biglietto didattica € 5,00; per le scolaresche (previo accordo e prenotazione: tel. 0376-352152) con biglietto gratuito scuole.

Cenni storici

Dopo il Congresso di Vienna del 1815, si ripristina la situazione politica europea prima della turbolenta parentesi napoleonica. L'impero asburgico torna a governare sulle aree del Lombardo-Veneto e fa di Mantova una piazzaforte militare di importanza strategica. Il tardo-trecentesco Castello di San Giorgio, integrato al complesso mantovano di Palazzo Ducale, viene adibito a carcere di massima sicurezza, come già era accaduto all'epoca dei Gonzaga: al secondo piano della fortezza vengono reclusi, a partire dagli anni Trenta dell'Ottocento, numerosi dissidenti e cospiratori politici, prima di essere impiccati o fucilati.

L'esecuzione di nove persone nella valletta di Belfiore appena fuori Mantova, fra il dicembre del 1852 e il marzo del 1853, rappresenta uno degli episodi più drammatici della repressione asburgica messa in atto dal feldmaresciallo Josef Radetzky.

Don Enrico Tazzoli, Carlo Poma, Angelo Scarsellini, Bernardo de Canal, Giovanni Zambelli, Tito Speri, don Bartolomeo Grazioli, Carlo Montanari e Pietro Frattini diverranno noti come MARTIRI DI BELFIORE, condannati a morte per il loro "congiurare contro l'oppressione austriaca", citando la lapide commemorativa posta in città sopra l'androne del civico 10 di via Chiassi.

Ad essi si aggiungono anche don Giovanni Grioli, fucilato il 5 novembre 1851, e il veneto Pier Fortunato Calvi la cui sentenza fu eseguita il 4 luglio 1855 nella zona extraurbana di Lunetta, non lontano dalla rocchetta di Sparafucile.


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