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Brividi e risate con 'Il fantasma di Canterville' dell'Accademia Campogalliani

Mantova Campogalliani IlFantasmaDiCanterville2MANTOVA, 12 dic. - "Il fantasma di Canterville" è un esilarante racconto di un giovane Oscar Wilde, entrato nell'immaginario collettivo, che deve la sua fortuna anche alle sue innumerevoli e riuscite trasposizioni cinematografiche e teatrali.

Una di queste è sicuramente quella in scena in questi giorni al Teatrino d'Arco di Mantova a firma dell'Accademia Teatrale "Francesco Campogalliani"   

Niente è più divertente di una bella storia di fantasmi. Poche sono le forme della narrazione che possono competere con la proverbiale "notte buia e tempestosa", con i suoi alberi scheletrici, catene cigolanti, case cadenti, fantasmi svolazzanti e cripte ammuffite. Il genio stravagante di Oscar Wilde ci ha regalato una storia di orrore divertentissima e acuta. La storia di uno spirito tormentato dalla presenza più terrificante che possa infestare un antico castello inglese: una moderna famiglia americana.


Mantova Campogalliani IlFantasmaDiCanterville1Il Fantasma di Canterville merita un posto d'onore nel genere gotico perché è un'irriverente antologia dei suoi cliché. E anche se tutti gli elementi di questo tipo di racconti sono presenti – la casa stregata, l'indelebile macchia di sangue, lo spettro ululante, il passaggio segreto, la prigione sotterranea, la vicenda tormentata – niente di tutto questo è preso sul serio.

Si conferma pregevole il lavoro dell'Accademia Teatrale "Francesco Campogalliani", grazie soprattutto alla riduzione teatrale di Chiara Prezzavento e alla sapiente regia di Maria Grazia Bettini.

Cast azzeccato e sempre in parte, con menzioni particolari per Daniele Pizzoli, che interpreta senza sbavature il fantasma Sir Simon, e per Luca Genovesi, impeccabile nel suo aplomb inglese. Bravissimi anche i giovani attori, nuove leve che sono una garanzia per le sorti dell'Accademia.

Campogalliani ci regala una commedia divertente e adatta a tutti. Tutto è leggero e passeggero e si esce di buonumore.

Lo spettacolo sarà in scena sempre al Teatrino d'Arco fino a domenica 21 gennaio.

Per informazioni e prenotazioni:

  • Accademia Teatrale "Francesco Campogalliani"
  • Piazza Carlo D'Arco, 2 - Mantova
  • Telefono: 0376/325363
  • web: www.teatro-campogalliani.it 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Il fantasma di Canterville" (1887)è un esilarante racconto del giovane Oscar Wilde, entrato nell'immaginario collettivo di ognuno di noi, e che deve la sua fortuna anche alle sue innumerevoli trasposizioni cinematografiche e teatrali. Il talento di Oscar Wilde è innegabile, a partire anche dalle sue prime opere, ma in questo racconto non vi è racchiuso solo il modo passato di pensare, ma anche quello presente e futuro. Il cinismo, la disillusione della famiglia Otis e la tradizione rappresentata da Sir Simon sono le due facce della stessa moneta che ognuno di noi porta sempre in tasca.

Un classico, un capolavoro di modernità che l'autore irlandese ha generosamente donato alle generazioni del suo presente e del futuro, in grado di far ridere fino alle lacrime e velare gli occhi di commozione.

 

 

 

Il racconto, parodia delle storie di fantasmi, ebbe un enorme ed immediato successo. Un uomo d'affari americano, Hiram B. Otis, si trasferisce in Inghilterra con la famiglia, andando ad abitare nel castello di Canterville, senza sapere che questo è infestato dal fantasma dell'antico proprietario, Sir Simon di Canterville che uccise la moglie Lady Eleonore prima di scomparire nel nulla. Una macchia di sangue sul pavimento, capace di cambiare colore all'occorrenza, è il silenzioso testimone di questo tragico evento del passato. Con l'arrivo dell'allegra famiglia americana il fantasma metterà in piedi spaventosi stratagemmi per eliminare i fastidiosi coinquilini, ma ogni tentativo verrà suo malgrado ridicolizzato dall'originale e stralunata famiglia.

Il racconto è ora diventato una colorata commedia musicale grazie ad Annalisa Biancofiore con le musiche di Stefano De Meo, in scena al Teatro dell'Orologio di Roma fino al 22 marzo. Una regia che gioca sul confronto/scontro America/Inghilterra sia a livello linguistico – caricata e classica la recitazione degli attori "inglesi" quanto lieve da cabaret quella per gli attori "americani", – che di costumi, teatrali quasi shakespeariani per gli inglesi, colorati da fantascienza anni '50 per gli americani.

Il risultato è un divertissment divertito e divertente, grazie anche un cast affiatato, capace di dare all'opera quel tocco surreale, colorato da musical in Technicolor.

 

 

 

ome se un papà, straordinariamente dotato nel racconto, vi dedicasse una serata per narrarvi una storia di fantasmi. Non un evento, dunque, ma una serata piacevolissima. È quello che accade all'Elfo di Milano con la lettura scenica de Il fantasma di Canterville, fatta da Ferdinando Bruni. Scena scarna, soltanto una sedia-trono da vecchio castello, qualche effetto sonoro. Tutto è affidato invece alla voce di Bruni e alla scrittura di Oscar Wilde che prende in giro tutti gli stereotipi e i clichésdelle novelle gotiche e mette alla berlina castelli, servitù e ovviamente fantasmi, lasciandoli in balia di una moderna quanto inevitabilmente rozza famiglia americana. Il testo è lieve e divertente. Bruni si presta a mille toni e cento voci. Tutto è leggero e passeggero. E si esce di buonumore.

 

Niente è più divertente di una bella storia di fantasmi. Poche sono le forme della narrazione che possono competere con la proverbiale "notte buia e tempestosa", con i suoi alberi scheletrici, catene cigolanti, case cadenti, fantasmi svolazzanti e cripte ammuffite. Il genio stravagante di Oscar Wilde regala una storia di orrore divertentissima e acuta. La storia di uno spirito tormentato dalla presenza più terrificante che possa infestare un antico castello inglese: una moderna famiglia americana.
Il Fantasma di Canterville merita un posto d'onore nel genere gotico perché è un'irriverente antologia dei suoi cliché. E anche se tutti gli elementi di questo tipo di racconti sono presenti – la casa stregata, l'indelebile macchia di sangue, lo spettro ululante, il passaggio segreto, la prigione sotterranea, la vicenda tormentata – niente di tutto questo è preso sul serio. Apre la Stagione un imperdibile Ferdinando Bruni che riprende il suo personale percorso dedicato a Oscar Wilde, scegliendo il racconto più divertente dell'autore. Una lettura per adulti e per bambini.

 

 


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