Le cose e la loro lezione, il ruolo del gioco nell'educazione
- Dettagli
- Creato 03 Novembre 2018
- Pubblicato 03 Novembre 2018
MANTOVA, 03 nov. - Nel pomeriggio di ieri, venerdì 2, è stato presentato il volume Le cose e le loro lezione – itinerari di analisi pedagogica in prospettiva diacronica. Ha raccontato per Segni l'incontro con curatori e autori, una studentessa dell'Istituto Redentore in alternanza scuola – lavoro a SEGNI, Viola Ferrari (17 anni):
Non solo cartaceo, ma anche disponibile online sul sito del comune di Mantova il volume Le cose e le loro lezioni. Itinerari di analisi pedagogica in prospettiva diacronica a cura di Monica Ferrari e Matteo Morandi (Comune di Mantova, 2017) è stato presentato nel pomeriggio di venerdì 2 novembre a Cà degli Uberti. L'idea è quella di permetterne una diffusione ampia essendo una pubblicazione importante per il panorama scolastico italiano - e non solo. Il libro, grazie a un gruppo di ricerca, scava nella storia mantovana che si fa storia della formazione attraverso percorsi di studio, personaggi rivoluzionari del mondo educativo, fonti poco conosciute o addirittura inedite. ll progetto, nato tra il 2007 e il 2008, prende il via in una città fondamentale per lo sviluppo della scienza dell'educazione: è a Mantova infatti che nacque il terzo asilo più antico d'Italia, la Scuola Materna Strozzi-Valenti, esempio significativo della formazione pedagogica in età umanistico-rinascimentale. Fu il veneto Vittorino da Feltre a fondare nel 1423, in una villa messa a disposizione dai Gonzaga, la prima scuola che univa la morale cristiana agli ideali umanistici, chiamata Ca' Zoiosa. Questa gioia è il punto di partenza per il lavoro di da Feltre, il primo a introdurre nella storia della pedagogia la parola "gioco".
I partecipanti all'incontro hanno sottolineato proprio come il gioco abbia un ruolo importante nell'educazione in quanto stimola i bambini facendo loro superare noia e "non voglia" di studiare. La pubblicazione si fa strumento di lavoro e riflessione non solo per il ricercatore, ma anche per l'educatore per il quale la didattica è una vera e propria sfida. L'insegnante, come professionalità oltre che come individuo, ha il compito di affrontare i problemi relativi non solo all'educazione degli studenti, ma anche quelli che riguardano l'età e lo sviluppo degli alunni. È stato notato come ad oggi ci siano pochi insegnanti davvero motivati e capaci di solleticare la curiosità dei bambini. Un docente dovrebbe essere severo, ma anche critico, formato e non solo informato, capace di spiegare e anche di spiegarsi. Nell'incontro con Roberto Farné, Professore ordinario di Didattica e Pedagogia speciale, Università di Bologna, moderato da Irma Pagliari, Dirigente Settore Servizi Educativi e Pubblica Istruzione Egidio Lucchini, già Ispettore tecnico del Ministero della Pubblica Istruzione, si è discusso della ricerca svolta sul sapere didattico.
Una ricerca composita, complessa, formata da materiali che hanno il compito di spiegare cosa si andrà ad apprendere; lavori dei bambini che mostrano come viene sviluppato un pensiero; la voce, la testimonianza diretta degli insegnanti. Anche l'insegnante deve tenere un diario quindi. Quest'ultimo è strumento necessario per il docente prima di tutto, rendendo possibile comprendere quali elementi selezionare di una lezione, mantenendo inoltre traccia e memoria del proprio lavoro. Altro fattore fondamentale nella didattica è stato riconosciuto essere il tempo, all'apparenza nella nostra società sempre meno disponibile. Oggi si ha fretta, "ma nelle scuole si dovrebbe perder tempo e non guadagnarlo".
Viola Ferrari