Ligabue al Palabam, rock show nel vero senso della parola
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- Creato 16 Ottobre 2017
- Pubblicato 16 Ottobre 2017
MANTOVA, 16 ott. - Grande successo per la seconda tappa mantovana del "Made in Italy" tour di Luciano Ligabue: anche sabato sera a migliaia hanno affollato il Palabam per uno degli eventi dell'anno della stagione live mantovana. Reduce da un problema alle corde vocali, il rocker di Correggio è ormai pienamente ristabilito e ha offerto due ore di spettacolo; insieme a lui una band energica che dà la carica ad ogni brano.
La scaletta della serata pesca equamente dal passato del cantautore e dai suoi successi più recenti: si va dall'epoca d'oro del "rock italiano" in cui Ligabue faceva sua la lezione di Springsteen e U2, fino ai brani più commerciali e pop-rock.
Alle 21 esatte la band sale sul palco accompagnata dal boato del pubblico, mentre si spengono le luci e si accende l'imponente spettacolo di luci e video. I primi due brani arrivano direttamente da "Made in Italy": "la vita facile" e "mi chiamano tutti Riko" macinano del sano rock 'n' roll, mentre Ligabue canta di un'Italia che non vuole cambiare mai e dà il punto di vista di un uomo adulto che guarda indietro senza rimpianti. Efficace la resa live della recente hit "G come Giungla": una filastrocca saltellante che scatena vecchi e nuovi fan. Ligabue è un animale da palco che non sta fermo un attimo, con la chitarra o solo al microfono si muove a destra e sinistra sul palco e raggiunge spesso la pedana in mezzo al parterre.
La storica cover dei R.E.M., "a che ora è la fine del mondo?" è da sempre un classico della discografia e dei live del Liga e dal vivo regala emozioni. In un momento di pausa, i chitarristi Federico Poggipollini e Max Cottafavi improvvisano un "dialogo" tra chitarre a base di assoli. Luci soffuse e le luci di centinaia di telefonini su "Piccola stella senza cielo", che il rocker esegue al centro del parterre con migliaia di spettatori a fargli da coro; una delle canzoni più toccanti della serata. Direttamente dal 1990 arriva la cavalcata di "Marlon Brando è sempre lui" a cui segue una avvolgente versione acustica di "non è tempo per noi", sempre dall'album "Ligabue", con le sue liriche generazionali dal sapore dolceamaro.
Il gran finale arriva nel bis, che regala una splendida e immancabile "Certe Notti" in cui un Liga visibilmente emozionato "lascia" il microfono al pubblico, e una tiratissima "urlando contro il cielo" che conclude un "rock show" nel vero senso della parola.
Emanuele Bellintani