'Il libro è perfetto, come il mattone: non morirà mai’. Sandro Veronesi con Chiara Valerio in piazza Castello
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- Creato 12 Settembre 2020
- Pubblicato 12 Settembre 2020
MANTOVA, 12 set. - "Che rapporto c'è fra architettura e scrittura?": è l'interrogativo posto da Chiara Valerio a Sandro Veronesi in apertura dell'incontro odierno in piazza Castello, riferendosi alla sua attività di architetto, parallela a quella di scrittore.
"Non concepisco come si possa scrivere senza essere architetto. In entrambi – ha risposto Veronesi - i casi si devono progettare spazi interiori e gli elementi base da combinare sono l'uomo e lo spazio".
"Nella fase compositiva – ha proseguito – il tempo e lo spazio coincidono: le cose che scrivo sono concepite così". A proposito della differenza fra narrativa e poesia, Veronesi ha offerto l'acuta analogia con i materiali da costruzione.
Resistenza di massa è quella richiesta dalla dimensione strutturale della narrativa, mentre quella della poesia è di pura forma: "Senza la giusta forma, la poesia non regge nemmeno se stessa".
Toccando nel vivo il tema del suo libro "Il Colibrì", premio Strega 2020, Veronesi ha disegnato i tratti essenziali del protagonista, Marco. Personaggio caratterizzato da una spontanea quanto inconsapevole attitudine alla resilienza, a conservare l'energia vitale e superare la difficoltà di separarsi dall'oggetto (persona) amato.
"Un atto trasgressivo – precisa Veronesi – di ribellione all'urto degli schemi condivisi dalla società secondo cui è più facile abbattersi e aspettare che il dolore svanisca".
L'incontro, dinamico e divertente, con Chiara Valerio si è concluso sul tema del ruolo del libro in questa epoca di diffusa tecnologia. "Il libro è un oggetto perfetto, come il mattone che è un oggetto da costruzione esemplare e resistente nei secoli. Anche il libro – ha sottolineato Veronesi – nel corso del tempo è cambiato poco. Solo con la diffusione di massa si è ridotto di dimensione e, inoltre, la serialità, come per il mattone, impone requisiti spaziali.
Fondamentalmente è come quello di 600 anni fa: strati di carta su cui si incide il contenuto. E' un oggetto così felice nella sua progettazione che, sopravvissuto all'evoluzione tecnologica, non morirà più".
In chiusura, l'ultimo cenno, ironico, di Veronesi: "E poi, il libro arreda: se si continuano a vendere librerie, bisognerà pure riempirle!".
(gmp)
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