La letteratura deve rafforzare l’enzima dell’empatia. L’impegno di Uwe Timm passa da ‘Un mondo migliore’
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- Creato 06 Settembre 2019
- Pubblicato 06 Settembre 2019
MANTOVA, 6 set. – Per dare corpo letterario alla sua attenta rilettura della cupa atmosfera del dopoguerra in Germania , con conseguente drastico cambiamento di mentalità , Uwe Timm ha atteso una quarantina d'anni.
Una lunga incubazione giustificata: "Le esperienze della storia hanno bisogno di una distanza temporale per essere comprese".
Lo ha confermato l'autore stesso oggi pomeriggio nel corso dell'incontro tenutosi nella Basilica Palatina di Santa Barbara, rispondendo alle sollecitazioni di Lorenzo Pavolini.
Lo spunto è stato il recente libro "Un mondo migliore", un incisivo confronto con il passato tedesco ambientato in una Berlino devastata dalla guerra, che sviluppa un intreccio di relazioni attorno alla figura di Alfred Ploetz, il medico genetista ideatore del progetto eugenetico per la selezione della pura razza ariana.
Personaggio incredibile, questo medico, nonno paterno della moglie di Timm, che nella seconda metà dell'800 fu un seguace dell'utopia comunista Icaria che addirittura andò negli Stati Uniti presso una comunità icariana improntata all'uguaglianza e al pacifismo.
Il fallimento di quell'utopia lo indusse alla svolta scientifica che trasformò il suo razionalismo tecnologico nell'aberrante idea di "igiene razziale". Altri protagonisti di fantasia sono Karl Wagner, un uomo di sinistra sopravvissuto alla guerra nascondendosi nella cantina di una libreria antiquaria, e il giovane naturalizzato americano, Michael Hansen, emigrato negli Stati Uniti da bambino con la famiglia che torna da militare statunitense nei luoghi dell'infanzia.
Le vicende sottendono i complesso tema dell'obbligo di obbedienza che vigeva inossidabile in Germania fino alla sconfitta. "Dire no è una cultura che i tedeschi hanno imparato dopo la guerra. – ha affermato Timm - Non serve essere eroi per trovare il proprio spazio di manovra. C'erano pure delle occasioni per dire no e non ubbidire, ma purtroppo in pochi lo hanno fatto".
Come ha evidenziato Pavolini, la giustizia e l'uguaglianza sono temi centrali del libro e da qui il dialogo con Uwe Timm si è sviluppato fino a toccare temi di attualità .
"Quello che è successo in questi ultimi anni in molti paesi occidentali, dove si torna a parlare di confini, è un caos imprevisto e contro cui ci si deve schierare cercando di ricreare sentimenti propositivi e una percezione più acuta e aperta dei problemi. Anche la letteratura ha il suo compito: deve rafforzare l'enzima dell'empatia".
(GMP)
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