Il diario riemerso di José Saramago raccontato da Pilar Del Rio con Silvio Perrella
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- Creato 06 Settembre 2019
- Pubblicato 06 Settembre 2019
MANTOVA, 6 set. – Ha scritto fino all'ultimo istante della sua vita e i suoi Quaderni di Lanzarote sono l'estrema testimonianza della sua estrema urgenza di interrogarsi costantemente.
José Saramago (1922-2010) aveva lavorato a questi diari nel periodo di autoesilio sull'isola, ma uno di questi era rimasto sepolto dal 1988 nel "limbo" di un computer accantonato.
A ritrovarlo è stata Pilar del RĂo, moglie dell'autore, e proprio questa opera riscoperta è stata lo spunto per la sua presenza a Festivaletteratura ieri sera a Palazzo San Sebastiano, affiancata da Silvio Perrella.
L'incontro non poteva prescindere dal ricordo della partecipazione di José Saramago al Festivaletteratura del 1998. Era il 13 settembre, nel Cortile della Cavallerizza gremito, quando una lunga fila di persone pazientemente attese di avere l'autografo di Saramago.
Il premio Nobel gli venne annunciato una decina di giorni più tardi e questa prestigiosissima onorificenza viene ancora ricordata per le straordinarie parole pronunciate dallo scrittore portoghese. Le ha citate Silvio Perrella rileggendone la toccante sezione dedicata al nonno Jerònimo.
"Un apprendista che impara dai suoi personaggi" si era definito in quell'occasione Saramago e questo giudizio ha trovato riscontro nella rievocazione della moglie Pilar. "Fin dal suo primo libro (Una terra chiamata Alentejo) l'ascolto delle voci e delle storie popolari ha determinato il suo modo di scrivere seguendo la volontĂ di dare voce ai personaggi".
Uno stile personalissimo che Silvio Perrella ha evidenziato – capacità di intonare le voci rinunciando alla punteggiatura canonica – a cui si accompagnava la felice intuizione di far nascere i propri libri partendo dal titolo, generatore stesso del tema.
Avvincenti i ricordi di Pilar del Rio relativi alla costante urgenza di Saramago di commentare quella che definiva "l'etica della responsabilità ", così come citazioni del suo profondo pensiero: "Valiamo molto di più di quanto crediamo, possiamo molto di più di quanto immaginiamo".
Veramente opportuno, in chiusura dell'evento, il riconoscimento di Perrella a Rita Desti, la bravissima traduttrice in italiano di quasi tutti i testi di Saramago. Un richiamo doveroso, avvalorato dal parere dell'autore stesso: "Gli scrittori fanno la letteratura nazionale, i traduttori quella universale".
(GMP)
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