Massimo Cacciari e la duplicità dell’uomo: ragione e demoni nell’interpretazione del pensiero umanistico

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Mantova Festivaletteratura CacciariMassimoMANTOVA, 5 set. – "Se non ti credessi libero non riusciresti a vivere senza l'idea di essere libero". E' la conclusione dell'articolata dissertazione con cui Massimo Cacciari, prendendo spunto dal suo libro "La mente inquieta. Saggio sull'Umanesimo", ha offerto la sua rinnovata interpretazione del pensiero umanistico.

E' l'uomo costantemente in lotta tra "la sua ragione e i demoni che lo abitano", ma libero di decidere, la rappresentazione radicale dell'Umanesimo, quello che emerge dall'approfondita analisi di Cacciari attraverso lo studio dei classici che lo porta al superamento del luogo comune della "centralità dell'uomo come un tutto armonico".

Al centro c'è la sua natura incerta, miracolosa; la sua "figura di esilio, scoperta e infirmitas". Fondamentali, per il filosofo, gli insegnamenti di Leon Battista Alberti, di Pico della Mirandola se interpretati correttamente, ma il timbro dell'Umanesimo Tragico spetta a Niccolò Machiavelli: "la virtù sta nell'indicare dei fini da raggiungere".

Seicento persone hanno assistito ieri pomeriggio a Palazzo San Sebastiano all'approfondito monologo di Massimo Cacciari: la forza e il pregio di Festivaletteratura sta anche nel sapere generare un così ampio coinvolgimento su temi complessi, ma affrontati con la dovuta competenza.

(GMP)

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Scaricate, consultate e stampate gratuitamente Speciale Festivaletteratura firmato L'Altra Mantova. La versione cartacea sarà reperibile nei principali punti di interesse del Festivaletteratura.

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