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Bartolo, il dottore di Lampedusa e l'Olocausto nel Mediterraneo: 'Fra 30 anni nessuno potrà dire di non sapere...'

 

Mantova Festivaletteratura Bartolo EniaMANTOVA, 9 set. - "Quello che sta accadendo nel mar Mediterraneo è quanto di più simile all'Olocasuto io possa immaginare. Ma, a differenza di quanto successe alla fine della seconda guera mondiale quando moltissime persone dissero di non sapere, noi non avremo quella scusa. Perché quello che sta succedendo è sotto gli occhi di tutti". Parola di Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che può vantare alcuni tristi record, come quello del numero di ispezioni cadaveriche effettuate sui corpi delle persone in fuga dall'Africa annegate nel tentativo di sbarcare sull'isola più a sud d'Italia.

Bartolo ha incontrato il pubblico del Festivaletteratura in piazza Castello (gremita) insieme allo scrittore e sceneggiatore Davide Enia ("Appunti per un naufragio") e al giornalista Gigi Riva. Che, al termine dell'incontro, dopo aver ascoltato le storie di morte e disperazione raccontate da Bartolo ed Enia, non è riuscito a trattenere le lacrime. E non è stato l'unico, perché anche fra il pubblico era evidente una forte commozione. D'altra parte è davvero difficile rimanere insensibili ai racconti effettuati dal medico lampedusano, che è possibile ritrovare anche nel suo libro, scritto con la giornalista Lidia Tilotta, intitolato "Lacrime di sale".

"Non ci si abitua mai alla sofferenza e al dolore - ha detto Bartolo rispondendo a una domanda di Riva - e ogni volta che assisto a uno sbarco per me è un trauma. Non so mai a cosa mi troverò di fronte". Bartolo non ha certo problemi ad ammettere che assiste a scene strazianti che lo portano ad avere gli incubi di notte: "Avrei bisogno di un supporto psicologico", ammette candidamente.

Uno dei ricordi peggiori è quello dello sbarco dell'ottobre 2013 quando il mare inghiottì 368 persone che stavano cercando di raggiungere Lampedusa a bordo di un'imbarcazione libica naufragata a poche miglia dall'isola. Fra questi c'erano anche 41 minori: "Quando sono arrivato a molo Favaloro, che ho ribattezzato molto della sofferenza ma anche della speranza - racconta Bartolo - mi sono trovato di fronte a 111 sacchi neri con all'interno dei cadaveri. E non sapevo cosa mi sarei trovato davanti agli occhi a ogni apertura di sacco. Aprii il primo e subito mi capitò un bimbo di due anni: aveva i pantaloncini rossi".

Ispezionare cadaveri, inutile girarci intorno, è un lavoro durissimo, terribile per certi aspetti. Ma necessario: "Io spero che tutto questo un giorno finisca - dice il dottore di Lampedusa - ma io continuerò a fare il mio lavoro, anche se mi sta costando tantissimo, perché credo che sia giusto, doveroso, dare un'identità e una dignità a dei corpi, anche solo a delle ossa".

Dopo la tragedia dell'ottobre 2013 lo Stato italiano ha messo in atto l'operazione "Mare Nostrum" per andare ad aiutare le imbarcazioni in difficoltà fino a poche miglia dalle coste libiche: "Un'operazione di civiltà - ha ammesso Bartolo - che però non ha fatto diminuire le morti. Questo perché prima i trafficanti di uomini, gli scafisti, consapevoli di dover attraversare un largo tratto di mare si dotavano di imbarcazioni di un certo tipo, adeguate e anche costose. Oggi sanno che ci sono le navi della marina militare italiana pronte a soccorrere i migranti e li caricano su gommoni fatiscenti che affondano quasi sempre. Io dico: tanto che ci siamo facciamo uno sforzo in più, creiamo corridoi umanitari e andiamo a prenderli in Libia i migranti. C'è riuscita la Comunità di S. Egidio, perché non dovremmo riuscirci noi?".

Davide Enia ha riportato alcune testimonianze di persone incontrate sull'isola. In particolre quella di un sommozzatore, un gigante, lo ha definito lo scrittore siciliano: "Mi raccontò di essere di destra - dice - un fascista proprio, ma allo stesso tempo mi disse che in mare siamo tutti uguali e se qualcuno è in pericolo va salvato. Indipendentemente dal colore della sua pelle. Poi mi rivolse una domanda. Mi chiese: 'se sei in mare e davanti a te hai tre persone che stanno affogando, mentre sulla tua destra hai una madre con suo figlio che stanno annegando, chi salvi? Come decidi chi salvare? Semplice, facendo i conti: tre è più di due..."

Emanuele Salvato

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Ulteriori approfondimenti sullo Speciale Festivaletteratura firmato L'Altra Mantova, che potete scaricare gratuitamente in forma digitale o reperire nella versione cartacea nei principali punti di interesse del Festivaletteratura. 

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