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Neri Marcorè: 'Non ci saranno mai muri abbastanza alti per fermare la fame e la disperazione'

Mantova Festivaletteratura Marcorè-Fo-Touadi-Bartolo-Mubiayi1MANTOVA, 10 set. - Parterre tutto esaurito a Piazza Castello per il consueto appuntamento firmato ENI dal titolo "VIAGGIO IN AFRICA".

Dal 2008 Eni è partner del Festivaletteratura di Mantova, e per l'occasione ha pubblicato la collana "Inedita Energia", dedicata alla riedizione dei testi apparsi negli anni Cinquanta e Sessanta sulla rivista aziendale Il Gatto Selvatico, voluta da Enrico Mattei e diretta dal poeta Attilio Bertolucci.

Ha presentato il brillante incontro l'attore Neri Marcorè, che con la consueta verve e simpatia ha parlato del "continente nero", non senza qualche piacevole divagazione.

Tra storia, letteratura, politica, attualità e prospettive future legate, hanno dialogato con lui lo scrittore e regista Jacopo Fo, l'accademico Jean Touadi,il medico originario di Lampedusa Pietro Bartolo e la scrittrice italiana di origine egiziana e padre zairese Ingy Mubiayi.

Eni in Africa è una presenza strategica molto importante. La prima impronta il cane a sei zampe l'ha lasciata nel deserto egiziano nel 1954. Oggi l'Africa fornisce oltre la metà della produzione totale di greggio e gas naturale di Eni, che si conferma primo produttore internazionale nel continente. Ma non solo businnes: Eni è impegnata in diversi progetti che favoriscono l'accesso all'energia, integrando il business Oil & Gas con attività di sostenibilità ambientale e sociale.

"Ma l'Africa è anche un continente con oltre 2000 lingue e centinaia di etnie - esordisce Marcorè - che ha mille sfumature. Dire africano è riduttivo, un luogo comune, uno dei tanti legati all'Africa".

"Il luogo comune principale è proprio questo - spiega Ingy Mubiayi - e cioè considerare l'Africa un paese. L'Africa è un continente, con diverse culture e paesi. Molti non sanno che tra nord e sud Africa esiste molto pregiudizio, ed esiste vero e proprio razzismo anche all'interno degli stessi paesi, soprattutto se poi si è considerati meticci".

Mantova Festivaletteratura Marcorè-Fo-Touadi-Bartolo-Mubiayi2"Sono due i pregiudizi che accompagnano maggiormente l'Africa - precisa Jean Touadi - Il primo antico, legato ai romani che dicevano <Africa terra incognita> o <paese dei leoni>. Un paese quindi sconosciuto e ostile. Il secondo, più diffuso e già spiegato, è considerare l'Africa un paese e non un continente. Un continente che nessuno ricorda, ma che è stato la culla dell'umanità: perchè siamo tutti africani anche se non siamo neri. Gli africani non sono primitivi, ma sono arcaici".

Jacopo Fo ha sviluppato un progetto sociale in Monzambico e come lui stesso spiega ha studiato moltissimo la cultura africana: "Ci sono storie incredibili legate all'Africa che nessuno conosce. Ad esempio pochi sanno che alcuni faraoni erano neri. C'è un'immensa mistificazione mediatica della realtà africana. E' falso ad esempio credere che gli africani si siano fatti schiavizzare senza opporre resistenza: non ce lo racconta nessuno, ma ci furono battaglie e insurrezzioni feroci vinte dai neri che erano addirittura comandate da donne. Per cui il più grande pregiudizio è culturare e legato alla nostra ignoranza nei confronti dell'Africa".

Intervento applauditissimo quello del dott. Bartolo, da anni in prima linea a Lampedusa per gestire il fenomeno migratorio, e che commuove il pubblico raccontando del salvataggio miracoloso di una giovane profuga 'ripescata' in mare e considerata già morta: "Mi sento anch'io un pò africano, in fondo Lampedusa è collegata geologicamente alla fascia africana. Sono 30 anni che sono a stretto contatto con queste persone: vi posso garantire che sono persone disperate e che sono fondamentalmente buone e che hanno sofferto cose indicibili. Il continente africano è il più ricco del pianeta, ma è abitato dalle persone più povere. Perchè ? Il motivo è che l'occidente, cioè noi, l'abbiamo sfruttato senza pensare alle conseguenze. Ora, disperati, vengono da noi e noi non li vogliamo. E questo è intollerabile".

"Del resto - gli fa eco Marcorè - nessuno sceglie di nascere in un posto piuttosto che in un altro. E' solo fortuna. E quindi è anche giusto che ognuno abbia la possibilità di trovare la sua strada, le sue opportunità altrove. Non c'è alternativa all'accoglienza, e non ci saranno mai muri abbastanza alti per fermare la fame e la disperazione".

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Ulteriori approfondimenti sullo Speciale Festivaletteratura firmato L'Altra Mantova, che potete scaricare gratuitamente in forma digitale o reperire nella versione cartacea nei principali punti di interesse del Festivaletteratura.

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