'A passo d'uomo', con le sue canzoni De Gregori racconta lo spirito del nostro tempo

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Creato 10 Settembre 2016

Pubblicato 10 Settembre 2016

MANTOVA, 10 set. - Piazza Castello gremita in ogni ordine di posto per Francesco De Gregori.

L'autore romano presenta "A passo d'uomo" un libro-conversazione con il giornalista Antonio Gnoli (autore della rubrica "Straparlando" su Repubblica) nel quale la storia si fonde con la vita. Ad accompagnarli il preparato e attento giornalista Stefano Salis.

La sua vita e il suo mondo emergono chiaramente in una successione di pensieri, ricordi ed emozioni. L'intima intelligenza delle sue canzoni in fin dei conti fa da sfondo alle nostre esistenze intrecciate con la storia italiana.

"Il libro è nato su sollecitazione diretta dell'editore - spiega l'autore romano - e subito ho pensato a Gnoli come l'unica persona che mi avrebbe potuto accompagnare in questo lungo viaggio. Antonio però ha preso tempo, mi voleva conoscere, e cosi sono nati tanti incontri, a casa mia, a casa sua, ai miei concerti, nei quali ha potuto capire e conoscere il mio mondo e forse capire anche me".

"Il libro tratta di temi profondi, non solo di musica che è per lo più un corollario. Si parla di storia, di politica, di arte e anche di letteratura. Molti sono i riferimenti alla letteratura, e tra i tanti cito l'opera 'Moby Dick' di Herman Melville per me incredibile fonte di ispirazione'.

"Pensavo che De Gregori fosse un interlocutore difficile - spiega poi Gnoli - e non mi reputavo adatto a scrivere un libro sulle sue canzoni. Ma in realtà ho capito che il libro parla di altro. Il libro non è una biografia, anche se in parte lo è, ma è soprattutto un saggio e un romanzo sui nostri tempi. La cosa che più mi è piaciuta è che non abbiamo mai usato schemi, io e Francesco abbiamo discusso e scritto in libertà, senza seguire un copione. Un altro aspetto interessante è che De Gregori mi ha dato la possibilità di trovare una ricchezza la dove si pensa non ci sia nulla".

"Non mi reputo un intellettuale - precisa De Gregori - io sono un artista che legge libri e che fa un lavoro fisico. Io in sintesi non mi sento responsabile di quel che canto, scrivo o leggo. Un artista a differenza di un intellettuale deve a mio avviso essere irresponsabile. Sono un cantante e quindi un artista come lo è un attore. Anche la canzonetta deve essere considerata arte, e sinceramente mi ha sempre dato fastidio il fatto che il mio lavoro di cantante sia sempre stato considerato di serie B, artisticamente parlando. Ma non è cosi. Dove è il confine che ci dice cià che è arte e ciò che è frivolo ? Chi lo stabilisce ? Io no di certo. Guardo sempre con diffidenza chi si erige a giudice assoluto".

"Io credo che i testi delle canzoni senza la musica siano ben poca cosa, anche se l'autore si chiama Bob Dylan. - conclude De Gregori - Ma è innegabile che le canzoni raccontino il tempo che viviamo, il nostro tempo. Questo a mio avviso è letteratura".

Chiunque si sia posto domande su che cos'è l'arte e la bellezza, il tempo che passa e ci trasforma, Dio e le religioni, l'oggi che comprendiamo sempre meno, troverà in questo libro risposte di sorprendente sincerità e acutezza. Scoprirà inoltre le numerose esperienze che De Gregori ha vissuto con coerenza e desiderio: i libri letti e amati; l'America con i suoi miti e la politica con i suoi equivoci e il senso di cosa abbia voluto dire per lui essere di sinistra senza lasciarsene condizionare. Il mondo poetico di De Gregori ne esce in sintonia con il battito del suo cuore e della sua mente, tra la musica che ha scritto e quella che ha amato.

Francesco De Gregori riflette, ragiona e affronta con umiltà lo spirito del nostro tempo, così segnato dalle passioni tristi. Non ci sono ricette, né messaggi edificanti. Solo la sommessa convinzione che la vita migliore è quella che si interpreta con passo d'uomo.

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