âVoci del verbo andareâ, migrazione e accoglienza nel romanzo di Jenny Erpenbeck
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- Creato 09 Settembre 2016
- Pubblicato 09 Settembre 2016
MANTOVA, 9 set. â Ambientato a Berlino, "Voci del verbo andare" racconta l'esperienza di alcuni rifugiati nordafricani che nel 2013 hanno raggiunto la capitale tedesca dopo il drammatico attraversamento del Mediterraneo, con approdo a Lampedusa.
Il libro di Jenny Erpenbeck affronta il tema della forma di accoglienza che garantisce la sopravvivenza, a chi ce la fa a superare i mille pericoli della fuga, ma non consente alcun sbocco lavorativo e, dunque, di realizzazione dell'individuo.
Nel corso dell'incontro di questa mattina al Seminario Vescovile il dialogo con l'autrice è stato condotto dalla germanista Anna Chiarloni che ha presentato alcune pagine particolarmente significative del libro (compresa la parte conclusiva) da cui trarre elementi di confronto.
Nel romanzo di Jenny Erpenbeck le voci dei rifugiati si fondono con le profonde riflessioni affidate al personaggio che si impegna, a titolo personale, per offrire ai migranti un'accoglienza autentica. Dai racconti dei nordafricani emergono le conseguenze di quello che la scrittrice tedesca definisce neo-colonialismo.
Come le drammatiche condizioni ambientali causate, ad esempio, dalle scorie dell'estrazione di uranio che hanno fatto morire gran parte degli animali in Niger, creando i presupposti per incrementare drasticamente i flussi migratori.
Responsabilità ascrivibili al gruppo industriale francese che detiene i diritti d'estrazione e che, paradossalmente, è anche sponsor di una squadra di calcio tedesca.
Grande rilievo hanno, nel romanzo, i racconti dei rifugiati, cosĂŹ come l'affiorare di riflessioni sulle colpe del nazismo e sull'inadeguatezza delle leggi europee che non prevedono azioni a favore dell'inserimento e dell'autonomia personale degli immigrati.
"Per noi tedeschi la cultura dell'accoglienza, soprattutto dopo la svolta del 2015 a favore dei siriani, è anche motivo di riscatto. â ha sottolineato Jenny Erpenbeck - Non dimentichiamo che nel 1945 otto milioni di tedeschi sono emigrati verso ovest.
Dobbiamo avere la capacità di immedesimarci nella mentalità degli altri, alimentare la comprensione delle situazioni, sapendo che le cose cambiano in continuazione. L'ascolto e il dialogo sono fondamentali per condividere le opinioni. La barriera che creiamo tra noi e loro è la superficie che si dissolve solo con il dialogo".
Ulteriori approfondimenti e interviste esclusive sullo Speciale Festivaletteratura firmato L'Altra Mantova, che potete scaricare gratuitamente in forma digitale o reperire nella versione cartacea nei principali punti di interesse del Festivaletteratura.
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