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Influenza in era Covid-19: stimati tra i 6 e gli 8 milioni di casi. L'importanza del vaccino

Influenza10ROMA, 19 set. – Si avvicina l'influenza stagionale per la quale si stimano tra 6 e gli 8 milioni di casi in Italia, e quest'anno in tempo di epidemia da Sars-Cov-2 i classici timori sono moltiplicati.

Questo perchè sarà fondamentale distinguere il più velocemente possibile influenza stagionale da Covid-19. A tal proposito sarà fondamentale la campagna di sensibilizzazione alla vaccinazione.

Per capire quale influenza ci aspetta, come sarà possibile distinguerla dal Covid-19 e quali saranno le buone pratiche da mettere in atto, Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, ha fatto il punto con il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario Irccs, Istituto ortopedico Galeazzi, e Claudio Cricelli, presidente Simg – Società italiana di medicina generale e delle cure primarie, presentando una ricerca sull'influenza che ci aspetta durante la prossima stagione invernale.

"Guardando a quello che sta accadendo nell'emisfero australe – ha spiegato il professor Pregliasco – sappiamo che sono state individuate due varianti di tipo A e una nuova variante di tipo B e che la stagione influenzale potrebbe essere caratterizzata da un'intensità medio-alta. In linea con quanto registrato negli anni precedenti, saranno tra i 6 e gli 8 milioni gli italiani che rimarranno a letto. Al tempo stesso, però, notiamo come le azioni preventive, messe in atto per il contenimento della pandemia da Covid-19, stiano limitando anche la diffusione della classica influenza stagionale, rendendola nei fatti più blanda".

Rimane, infatti, centrale la capacità di distinguere la semplice influenza stagionale dai sintomi da Covid-19: come dimostra, infatti, la ricerca condotta da Assosalute, il timore più diffuso tra gli italiani è proprio quello di non essere in grado di saperle distinguere prontamente, (33% degli intervistati), seguono il timore di non poter ricevere cure adeguate (14,7%), soprattutto tra gli over 65, e la paura di un nuovo isolamento (14%), soprattutto tra i più giovani.

Distinguere la normale influenza dal Covid-19 non è così semplice – ha sottolineato Pregliasco – nonostante i due virus siano diversi, i sintomi che caratterizzano l'influenza stagionale e il Covid-19 sono molto simili; l'unico modo certo per fare una diagnosi differenziale è, quindi, quello di eseguire il tampone. È bene ricordare che l'influenza con cui abbiamo a che fare tutti gli anni presenta sempre le medesime caratteristiche: insorgenza brusca di febbre oltre i 38 gradi, presenza di almeno un sintomo sistemico (dolori muscolari/articolari) e di un sintomo respiratorio (tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale, mal di gola). La momentanea perdita (anosmia) o diminuzione dell'olfatto (iposmia), la perdita (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia), sono, invece, tipici della Covid-19 e non legati all'influenza stagionale. Attenzione anche ai bambini: se assistiamo al verificarsi di un unico sintomo respiratorio, è verosimile che siamo di fronte a malanni di stagione; se, invece, se ne verifica più di uno contemporaneamente, è bene fare ulteriori accertamenti".

E, come ha ricordato il presidente della Simg Cricelli, "sarà il medico di medicina generale, qualora ravvisi un sospetto Covid-19, a far intervenire l'unità diagnostica per gli accertamenti".

Ma quali sono i comportamenti migliori da seguire? Se l'influenza che ci aspetta non sarà di fatto dissimile da quella che incontriamo abitualmente in questa stagione, ciò che cambia è l'atteggiamento degli italiani in caso di sintomi influenzali: come rivelato dalla ricerca di Assosalute, infatti, se nel 2019 il 55% degli intervistati dichiarava che il primo comportamento, in caso di febbre, sarebbe stato rimanere a casa, riposare e assumere farmaci da banco, oggi lo conferma soltanto il 37,1%, aumentano, infatti, coloro che si rivolgeranno subito al parere del medico di base il 34,5%, rispetto al 12,3% del 2019.

(askanews)


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