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Coronavirus, Prof. Ippolito dello Spallanzani: 'Le dichiarazioni troppo ottimistiche sono deleterie'

Italia Coronavirus Ospedale2ROMA, 28 giu. – Da Nord a Sud sono apparsi nuovi focolai di coronavirus, in 9 regioni, per un totale di oltre 200 infetti. Cosa significa? Una cosa semplice: "Ancora troppi focolai, l'epidemia non è finita", sottolinea tranchant Giuseppe Ippolito, il direttore scientifico dell'Inmi Lazzaro Spallanzani di Roma.

Nel dettaglio negli ultimi giorni ssi sono verificati a Bologna (64 positivi), Mondragone (49), Roma (4 in un istituto religioso), Fiumicino (8 e due locali chiusi) Palmi (8), in provincia di Reggio Emilia (7 in due famiglie), Bolzano (11, un focolaio familiare), Como (7 in una casa famiglia), tra Prato e Pistoia 19 positivi, 28 migranti a Porto Empedocle, 13 ad Alessandria in una casa di riposo.

Poche parole ma chiare: "Chi dice che l'epidemia è finita sbaglia. Si parla troppo, e la gente non sta più attenta. Così scoppiano i focolai. E questi scoppiati in questi giorni confermano che l'epidemia non è finita". Invece "si parla troppo, e in questo momento, con troppe dichiarazioni, che vengono poi interpretate, c'è il rischio di aumentare la disaffezione della gente dalla scrupolosa applicazione delle misure", ovvero distanziamento, mascherine, igiene delle mani.

"Il danno che si fa con dichiarazioni troppo ottimistiche è questo: la gente non sta più attenta. Allora bisogna uscire da questa operazione, abbassare i toni sulla malattia e alzare la guardia". "E' deleterio – rimarca il direttore scientifico dello Spallanzani – il calo dell'attenzione, la gente pensa che l'epidemia è finita, cosa che non è vera: questi ulteriori casi stanno confermando che il virus continua a circolare".

Il dato che rimanda la realtà è semplice: "Il virus continua a circolare e il fatto che si identificano nuovi infetti è solo la prova che il virus circola e che non bisogna abbassare la guardia. Nient'altro. Questa è l'unica cosa che si deve dire, tutto il resto – avverte Ippolito – fa parte di una diatriba, di un dibattito che rischia si far perdere credibilità al valore della scienza".

"Ci sono undici focolai in Italia, in 9 regioni, sono troppi e indicano che il virus circola. Non è vero che possiamo fare liberi tutti. Il virus continua a esserci e bisogna applicare le stesse precauzioni, il desiderio di libertà – conclude Giuseppe Ippolito – deve essere compenetrato dal senso di responsabilità, senza di questo non può funzionare. E per controllare l'epidemia serve fiducia reciproca tra cittadini e istituzioni. Si può continuare a vivere rispettando le regole".

(askanews)


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