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Celiachia, in 40 anni in Italia triplicati i casi

Celiachia Bambini2ROMA,  17 apr. – La celiachia quarant'anni fa era una malattia praticamente sconosciuta, e potevano passare molti anni prima di arrivare alla diagnosi e veniva riconosciuto appena un caso su mille.

Oggi i casi si sono triplicati e si identifica un caso ogni 286 e in questi quattro decenni 200.000 italiani hanno potuto dare un nome a dolori quotidiani, diarrea, emicrania, infertilità trovando finalmente una cura per la loro malattia grazie al contributo di AIC.

È pensando a tutte le vite negate dalle diagnosi mancate che l'Associazione Italiana Celiachia (AIC) ha celebrato domenica 14 aprile il suo quarantesimo compleanno, con una cerimonia a Roma e l'Assemblea Nazionale annuale in cui si affronteranno le sfide ancora aperte. Perché se è vero che tanti hanno potuto conoscere e affrontare il loro problema grazie alla diagnosi di celiachia, il divario fra i pazienti diagnosticati e i celiaci attesi è ancora troppo ampio: sono circa 400.000 gli intolleranti al glutine che ancora non lo sanno, 'pazienti camaleonte' che hanno spesso sintomi insoliti e vanno però individuati per poter migliorare la qualità della loro vita.

"Negli ultimi quarant'anni le storie dei celiaci sono per fortuna molto cambiate. Quattro decenni fa erano storie di persone che lottavano per anni con sintomi che nessuno sapeva riconoscere: bambini che non crescevano, donne che non riuscivano ad avere figli senza un perché, persone in costante lotta con il sottopeso, i dolori addominali, la diarrea - ha spiegato Giuseppe Di Fabio, Presidente AIC.

"Nel 1979 il paziente celiaco era una rarità, da un caso ogni 1000 individuato si è passati a uno ogni 286, oggi, i pazienti con i sintomi classici vengono riconosciuti molto velocemente, nei bambini a volte si pone la diagnosi anche prima di un anno di vita. Ciò significa poter vivere in modo normale e senza disturbi con la dieta di esclusione, sempre più agevole grazie anche al continuo lavoro di sensibilizzazione di AIC che ha consentito di ampliare moltissimo la quantità di prodotti senza glutine, presenti non più solo in farmacia ma in abbondanza in tutti i supermercati e nei negozi specializzati e di potersi recare in moltissimi ristoranti senza alcuna paura".

(askanews)


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