Salute, in una settimana oltre 71mila casi influenzali
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- Creato 08 Novembre 2018
- Pubblicato 08 Novembre 2018
ROMA, 8 nov. – Con i primi freddi, cresce in Italia l'attività dei virus influenzali che come ogni anno raggiungerà il picco nei mesi di dicembre e gennaio.
Nell'ultima settimana di ottobre l'incidenza totale è stata pari a 1,17 casi per 1000 persone per un numero di casi stimati pari a circa 71mila, per un totale, dall'inizio della sorveglianza, di circa 125mila casi.
"In questo momento è difficile stabilire quanti saranno i casi di influenza quest'anno – spiega Massimo Andreoni, Docente di Malattie Infettive all'Università Tor Vergata di Roma e Direttore Scientifico Simit, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – ma probabilmente non si discosteranno da quelli dello scorso anno che sono stati più di tre milioni".
I sintomi iniziali sono il coinvolgimento prima delle alte vie aeree con raffreddore e lacrimazione, successivamente delle basse vie con tosse, e febbre. Frequenti sono i dolori muscolari a cui possono associarsi delle complicazioni, alcune volte gravi, che possono interessare il sistema cardiocircolatorio e il sistema nervoso centrale, oltre che una polmonite complicata da una sovra infezione batterica.
"L'arrivo dell'influenza coincide sempre con un aumento spropositato dell'uso degli antibiotici. E' importante ricordare – aggiunge Andreoni – che l'influenza è una malattia virale e pertanto gli antibiotici, che sono attivi contro i batteri, non hanno alcuna indicazione. Quindi solo nei casi complicati e dietro indicazione medica possono essere utilizzati gli antibiotici. Per la cura dell'influenza esistono farmaci antivirali specifici attivi quindi contro i virus influenzali che per essere efficaci devono essere utilizzati precocemente, nelle prime ore dell'infezione, e sono riservati a quei pazienti che sono a rischio di gravi complicanze. In tutti gli altri casi i farmaci da utilizzare sono anti-infiammatori delle prime vie aeree e antipiretici".
L'influenza è pericolosa soprattutto per alcune categorie ritenute a rischio, che potrebbero avere tantissime complicanze, sino alla morte. Tra questi, i cardiopatici, i diabetici, le persone colpite da insufficienza renale cronica, e tutti coloro che hanno patologie croniche fortemente debilitanti. Inoltre sono considerate a rischio tutti gli over 65.
(askanews)
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