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AIDS, varato il Piano Nazionale 2017-2019

AIDS1ROMA, 31 ott. – Governo, Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno sancito l'intesa sul Piano Nazionale AIDS predisposto dal Ministero della Salute avvalendosi delle sezioni dedicate del comitato tecnico nazionale.

L'inclusione delle attività comprese nel Piano nei LEA (livelli essenziali di assistenza da erogarsi in tutte le Regioni) ne consentirà l'applicazione su tutto il territorio nazionale.

"A distanza di più di 25 anni dalla legge 135/90 – spiega il presidente degliinfettivologi Simit, Massimo Galli, ordinario di Malattie Infettive in Milano e Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Luigi Sacco, che ne ha coordinato l'elaborazione – il quadro nazionale per quanto riguarda HIV/AIDS è profondamente cambiato e necessita di nuove modalità di intervento. L'attenzione alla prevenzione è calata, le modalità, i contesti sociali e i comportamenti con cui l'infezione si diffonde sono diversi. Al test si ricorre ancora molto poco".

Il nuovo Piano Nazionale AIDS 2017-2019 comprende gli interventi su HIV/AIDS proposti da UNAIDS e attuati in Europa occidentale, adeguandoli alla realtà epidemiologica italiana. Tra i principali obiettivi sono previsti progetti finalizzati a ridurre il numero delle nuove infezioni e facilitare l'accesso al test e l'emersione del sommerso e interventi che implementino l'interazione della rete delle cure per garantire il mantenimento in cura e il successo delle terapie anche nei gruppi socialmente ed economicamente più svantaggiati e tra i detenuti. Ulteriori punti qualificanti del piano sono la tutela dei diritti sociali e lavorativi delle persone con HIV e la lotta allo stigma, ancora fortemente presente in relazione diretta con l'ignoranza di ritorno su questo tema. Gran parte degli interventi di prevenzione si basano su un ruolo centrale della community.

"Senza un contatto più diretto con le popolazioni a maggior rischio di infettarsi e di ritrasmettere le infezioni, oggi rappresentate dai giovani maschi che fanno sesso con maschi e più in generale da persone con attività sessuale promiscua, è infatti impossibile veicolare efficacemente messaggi di prevenzione – avverte Galli -. Sono previste infine intense attività di formazione di operatori sanitari, del privato sociale coinvolti nell'assistenza e nella prevenzione e di formatori in ambito scolastico, per un'educazione sanitaria integrata e per veicolare precocemente i messaggi di prevenzione".

(askanews)


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