CI-NEMO3DAYS: in Pediatria tre incontri di cinematerapia

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Mantova OspedaleCarloPoma7 AbeobollaMANTOVA, 31 mar. – Con un percorso di cinematerapia per i bimbi, i familiari e i professionisti della Pediatria di Mantova prende il via un laboratorio dedicato a pazienti, familiari e professionisti per migliorare l'esperienza del ricovero in ospedale e lenire la sofferenza.

Il progetto, promosso e realizzato dalla struttura Comunicazione dell'ASST in collaborazione con la struttura Pediatria e i volontari di ABEO Mantova-Associazione Bambino Emopatico Oncologico, prevede un ciclo di tre incontri che si svolgeranno tra aprile e maggio, durante i quali saranno proiettati spezzoni del film "Alla Ricerca di Nemo".

La proiezione sarà seguita da un laboratorio-discussione con i partecipanti, condotto da una psicologa (Ufficio Relazioni con il Pubblico) in sinergia con la maestra di reparto. Il progetto, dal titolo "Un pomeriggio insieme: CI-NEMO3DAYS" ha lo scopo di favorire la relazione del bambino con il sistema ospedale.

In particolare, si intende diminuire nei pazienti la diffidenza e il sospetto verso gli operatori sanitari, attraverso la condivisione di iniziative ludiche. Durante la proiezione, verrà stimolata la dimensione emotiva del pubblico, nominando sentimenti, stati d'animo, emozioni attraverso disegni, giochi, storie da raccontare.

Il maggior numero di pazienti ricoverati in Pediatria ha tra i 4 i 7 anni. Più un bambino è piccolo e minore è la sua capacità di elaborare l'esperienza di un ricovero. I piccoli sottoposti a pratiche mediche vivono molteplici sentimenti: ansia, dolore, rabbia. Percepiscono inoltre i sentimenti di rabbia, dolore e impotenza vissuti dai loro familiari che si trovano spesso in difficoltà.

Attraverso la visione di film incentrati sul tema del 'prendersi cura', il paziente può identificarsi con il protagonista ed elaborare la propria esperienza di ricovero, comprendere che il personale ospedaliero si sta appunto prendendo cura di lui sebbene utilizzi modalità differenti da quelle dei familiari.

Si tratta inoltre di un momento di evasione dalla sofferenza. Inoltre, quando la malattia è improvvisa da richiedere il ricovero ospedaliero o si è verificato un incidente che comporta l'ospedalizzazione, l'ingresso nella struttura ospedaliera assume per il bambino i caratteri di un vero e proprio trauma.

Non si deve poi sottovalutare la difficoltà emotiva vissuta dagli operatori sanitari che si trovano a lottare quotidianamente con il dolore dei bambini. Sentire piangere un bambino è molto penoso e i sanitari desidererebbero correre a proteggerlo, a coccolarlo, ma per il bene del piccolo paziente, essi sono costretti ad accantonare questi sentimenti a favore della pratica professionale.

(ufficio stampa Asst-Mantova)


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