Via Lattea, al centro della galassia un buco nero supermassiccio
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- Creato 04 Novembre 2018
- Pubblicato 04 Novembre 2018
ROMA, 04 nov. – La sensibilità dello strumento Gravity dell'European Southern Observatory (Eso) ha permesso di acquisire nuove prove che supportano la convinzione di vecchia data che un buco nero supermassiccio si annidi nel cuore della Via Lattea.
Lo strumento Gravity installato sul VLTI (l'interferometro del Very Large Telescope) è stato usato dai ricercatori di un consorzio di istituti europei, tra cui l'ESO, per osservare lampi di radiazione infrarossa provenienti dal disco di accrescimento intorno a Sagittarius A*, l'oggetto massiccio nel cuore della Via Lattea. I lampi osservati forniscono la conferma, da lungo attesa, che l'oggetto al centro della nostra galassia è veramente, come da lungo ipotizzato, un buco nero supermassiccio.
I lampi – rende noto l'Eso – hanno origine nel materiale che orbita molto vicino all'orizzonte degli eventi del buco nero – rendendo queste le osservazioni più dettagliate mai fatte di materiale in orbita così vicino a un buco nero. Mentre parte della materia nel disco di accrescimento – la cintura di gas in orbita intorno a Sagittarius A* a velocità relativistiche – può orbitare intorno al buco nero in tutta sicurezza, tutto ciò che si avvicina troppo è destinato a essere attirato al di là dell'orizzonte. Il punto più vicino a un buco nero in cui della materia possa orbitare senza essere irresistibilmente attratta verso l'interno dall'immensa massa è noto come l'orbita stabile più interna, e da qui hanno origine i brillamenti osservati.
"È sconvolgente osservare il materiale che orbita intorno a un buco nero massiccio al 30% della velocità della luce", si meraviglia Oliver Pfuhl, uno scienziato dell'MPE. "La straordinaria sensibilità di Gravity ci ha permesso di osservare i processi di accrescimento in tempo reale, con un dettaglio senza precedenti".
Queste misure sono state possibili solo grazie alla collaborazione internazionale e alla strumentazione all'avanguardia utilizzata. Lo strumento Gravity che ha reso possibile questo risultato combina la luce di quattro telescopi delVLT dell'Eso per creare un super-telescopio virtuale di 130 metri di diametro ed è già stato utilizzato per sondare la natura di Sagittarius A*.
(askanews)
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