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'Un mondo di gocce', nuovo progetto Legambiente per uso sostenibile dell'acqua

Acqua Rubinetto3ROMA, 16 giu. – Aprendo il rubinetto di casa, l'acqua sgorga abbondante, dandoci l'impressione che ci sia acqua per tutti ma purtroppo, non è così.

Mentre ogni italiano consuma in media 245 litri di acqua al giorno, nel mondo però ci sono 700 milioni di persone che non hanno facile accesso all'acqua potabile, circa la metà di questi vive in Africa, in paesi come Nigeria, Etiopia, Tanzania, Repubblica democratica del Congo, Kenya, Sudan, Mozambico e, soprattutto, in Sud Africa, con conseguenze devastanti dal punto di vista sanitario. Siamo dunque fortunati, anche se non ce ne rendiamo conto.

Ma se all'improvviso le cose dovessero cambiare? Se ci ritrovassimo a fare i conti con la necessità di razionare l'acqua? Lo scenario non è fantascientifico, visto che gli scienziati hanno calcolato che entro il 2025 quasi due miliardi di persone vivranno il problema della scarsità idrica "assoluta", ossia con una disponibilità sotto la soglia dei 500 m3 all'anno a testa. Sappiamo che il 97,5% dell'acqua presente sulla terra è salata, quindi solo il 2,5 è dolce e, di questa, solo lo 0,1 è accessibile all'uomo. Per contro, la popolazione mondiale cresce a un ritmo superiore rispetto alla capacità della risorsa di rigenerarsi e rendersi disponibile.

Ecco, dunque, che l'acqua è un bene limitato, non va dissipato e non va inquinato. Una bella sfida, che Legambiente raccoglie e rilancia ai giovani e ai meno giovani con la campagna nazionale Un mondo di gocce, realizzata con il sostegno di Fondazione con il Sud, per sensibilizzare rispetto al tema del risparmio idrico e aumentare la consapevolezza dell'acqua come bene prezioso, da trattare con cura e non sprecare.

A partire da ottobre, la campagna, entrerà in tutte le scuole di ordine e grado con seminari, giochi, sperimentazioni e concorsi per fare toccare con mano ai ragazzi il valore dell'acqua, il senso del "mondo fatto di gocce", mettendoli di fronte a un argomento più complesso di quanto si immagini, per renderli consapevoli degli effetti delle loro azioni e del loro stile di vita sulle sorti del pianeta.

Usiamo l'acqua a casa per tutte necessità quotidiane, ma indirettamente, ne siamo consumatori anche per altre vie: si utilizza l'acqua in agricoltura, per produrre la carne, per fare il caffè, per fare un foglio di carta: insomma, abbiamo tutti una "impronta idrica" che non immaginiamo. Senza contare lo smisurato ricorso che facciamo all'acqua in bottiglia. La bellezza di 206 litri all'anno a persona, un record che ci vede secondi al mondo, dopo il Messico, e primi assoluti in Europa. Un tema su cui è necessario cambiare rotta, perché non possiamo più invadere la terra e il mare di bottiglie di plastica usa e getta, ne utilizziamo tra 7 e 8 miliardi ogni anno, e perché è assurdo che si continui ad alimentare un business che rende ricchi pochi privati che sfruttano le fonti e rivendono l'acqua a caro prezzo, con un giro d'affari che arriva a sfiorare i 10 miliardi l'anno.

Dobbiamo imparare a consumare l'acqua in modo più razionale, è necessario per il pianeta e anche per noi. I cambiamenti climatici e la scarsità di piogge, da un lato, e le nuove tecnologie già disponibili dall'altro, ci devono accompagnare verso stili di vita più sostenibili anche rispetto all'uso idrico. Rendere le nostre case più efficienti è possibile con poche accortezze, chiudendo i rubinetti quando ci si lava i denti o ci si insapona, montando riduttori di flusso, installando cassette per il wc con il doppio scarico, utilizzando acqua piovana per bagnare le piante.

Anche il nostro comune può fare la sua parte, adottando regolamenti edilizi che obblighino a prevedere la separazione delle acque grigie da quelle bianche, ossia a destinare al riuso l'acqua proveniente dai risciacqui in cucina e in bagno come quella piovana, per esempio, per irrigare i giardini o lavare le automobili, piuttosto che per alimentare lo scarico del water. Proprio su questo tema si concentra il primo appuntamento di Un mondo di gocce, il 20 giugno a Roma, con un convegno dal titolo "Sos acqua. Le città e i territori alla sfida del clima", organizzato con Unipol.

Un secondo convegno affronterà invece il delicato rapporto tra mondo dell'agricoltura e uso della risorsa idrica. Non tutti sanno che la metà dell'acqua che si consuma nel nostro Paese serve per bagnare i campi in agricoltura, dove ancora oggi, purtroppo, si utilizza in modo assolutamente irragionevole. Esistono sistemi irrigui a bassa pressione, che consentono di ridurre le quantità necessarie del 10% garantendo lo stesso risultato. Allo stesso tempo va incentivata la raccolta delle acque meteoriche in serbatoi e cisterne per usarla nei periodi di siccità e la manutenzione degli impianti di irrigazione per scongiurare perdite, senza dimenticare i tanti sistemi di coltivazione oggi possibili grazie alle nuove tecniche che richiedono un uso meno intensivo dell'acqua. Non si tratta, ovviamente, solo di risparmio idrico, ma anche di tutela dall'inquinamento.

(askanews)


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