Ambiente, dalla fusione nucleare energia illimitata

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EnergiaSolare2ROMA, 22 dic. – Per il Prof. Francesco Romanelli dell'Università di Roma Tor Verga, la fusione nucleare può giocare un ruolo importante nella produzione di energia senza emissione di gas serra.

Il combustibile base, l'idrogeno, è virtualmente illimitato, il processo è intrinsecamente sicuro e la radioattività prodotta ha vita breve: tutto il materiale può essere in linea di principio riciclato in un nuovo reattore dopo circa 100 anni.

Il Prof. Francesco Romanelli ha presentato cosi il seminario "La fusione nucleare stato e prospettive", che si è tenuto all'Accademia dei Lincei il 15 dicembre.

Per ottenere potenza di fusione occorre confinare un gas di isotopi dell'idrogeno (deutero e trizio) a temperature 20 volte maggiori di quella del nucleo del sole. Confinare la materia a queste temperature è oggi un obiettivo raggiunto. Inoltre, in una serie di esperimenti condotti nel 1997, il JET (Joint European Torus), il più grande reattore a fusione nucleare finora costruito, ha dimostrato la possibilità di produrre potenza di fusione in maniera controllata.

Il reattore sperimentale termonucleare ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), che entrerà in funzione nel prossimo decennio, ha l'obiettivo di raggiungere condizioni in cui le elevate temperature sono mantenute prevalentemente dalle stesse reazioni di fusione. Nel seminario sono state discusse le sfide che occorre superare per il successo di ITER, quali il controllo delle instabilità e lo smaltimento degli elevati flussi di calore generati nella camera di reazione, le soluzioni che sono state sviluppate sugli attuali esperimenti di fusione e la loro estrapolazione a ITER.

Il seminario ha affrontato anche le sfide da superare per la costruzione del reattore dimostrativo che dovrà produrre energia elettrica da immettere in rete e dovrà produrre il trizio necessario al proprio funzionamento.

In particolare si è discusso il programma di sviluppo di materiali che possano mantenere le caratteristiche strutturali sotto il flusso dei neutroni prodotti nelle reazioni di fusione e il programma di sviluppo del mantello triziogeno. L'obiettivo principale del programma fusione è quello di dimostrare la produzione di energia elettrica attorno alla metà di questo secolo. Nel corso della presentazione si analizzerà il contributo al successo del programma che è atteso dagli esperimenti che saranno in operazione in parallelo a ITER.

(askanews)


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