'Life Res Maris', numeri importanti per il progetto che vuole salvare il Mediterraneo
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- Creato 22 Giugno 2017
- Pubblicato 22 Giugno 2017
MILANO, 22 giu. – Life Res Maris è un progetto triennale che nell'area marina protetta di Capo Carbonara a Villasimius in Sardegna ha visto coinvolte oltre 2.500 persone, tra turisti e residenti, più di 500 bambini e alunni coinvolti e 1.500 piante di specie autoctone consegnate ai privati.
I dati sono stati diffusi nel corso del convegno 'Conservazione e gestione delle aree costiere nel Mediterraneo', organizzato a Roma presso l'Orto botanico dall'associazione TECLA, tra i partner del progetto.
Il progetto Res Maris, cofinanziato attraverso il programma comunitario Life, ha come obiettivo generale quello di garantire la conservazione e il recupero degli ecosistemi marini e terrestri, presenti nel sito di importanza comunitaria 'Isola dei Cavoli, Serpentara, Punta Molentis e Campulongu'.
"In particolare – spiega Alberto Sanna, responsabile scientifico della Città Metropolitana di Cagliari, ente capofila del progetto ResMaris – l'iniziativa punta alla difesa e alla conservazione della posidonia, pianta acquatica che produce una grande quantità di ossigeno ed è fonte di cibo per numerosi organismi, ma che è oggetto ogni anno di polemiche tra amministratori, operatori turistici e ambientalisti".
Le praterie marine di questa 'alga' buona, in realtà una vera e propria pianta da fiore, rischiano infatti di essere sradicate e scomparire a causa del traffico nautico, di ancoraggi liberi e improvvisati delle imbarcazioni, dei loro scarichi e della pesca a strascico.
"In questi anni – spiega Laura Lentini, project manager dell'associazione TECLA – abbiamo svolto numerose campagne di sensibilizzazione dei turisti, campagne sui social, video documentari, info point, avviato programmi di educazione ambientale e di formazione, interventi di eradicazione delle specie invasive, di posizionamento di gavitelli di ormeggio, monitoraggi, mappature, che proseguiranno anche per la prossima stagione estiva. Il nostro obiettivo è diffondere un turismo consapevole nel pieno rispetto dell'ambiente, affinché tutti si rendano conto quanto danno possa causare a tutto l'ecosistema l'ancoraggio o la pesca selvaggia in queste aree marine piuttosto che attraversare le dune non nei sentieri o nei percorsi stabiliti".
Per massimizzare il proprio messaggio, il progetto – che vede anche la partnership il Comune di Villasimius e l'Università degli Studi di Cagliari – è sbarcato anche su tutti i principali canali social, incluso Instagram e con un proprio canale YouTube.
(askanews)
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