Energia, finestre fotovoltaiche lowcost con nanosfere di silicio

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EnergiaSolare Ricerca3MILANO, 1 mar. - Uno studio condotto dal Dipartimento di Scienza dei Materiali dell'Università di Milano-Bicocca ha evidenziato che le nanosfere di silicio sono loro l'ingrediente chiave dei concentratori solari luminescenti (LSC).

Questo elemento fondamentale della tecnologia perfezionata dai ricercatori sarà utilizzato per la realizzazione delle finestre fotovoltaiche, la prossima frontiera delle energie rinnovabili.

Le finestre fotovoltaiche permetterebbero infatti di aumentare a dismisura le superfici di un edificio sfruttabili per la produzione di energia elettrica, senza modificarne l'estetica. Una delle strategie più promettenti per la loro produzione è proprio quella degli LSC, lastre di plastica contenenti dei particolari materiali otticamente attivi capaci di assorbire una parte della radiazione solare e concentrarla sui loro bordi.

Qui, in maniera del tutto invisibile per l'utente, vengono installate celle fotovoltaiche tradizionali che convertono la luce in corrente elettrica. Gli LSC possono quindi essere integrati nelle vetrocamere a doppio o triplo vetro che normalmente equipaggiano gli attuali infissi convenzionali, trasformandoli a tutti gli effetti in pannelli solari semitrasparenti.

Negli ultimi tre anni - spiega Milano-Bicocca - la ricerca sugli LSC ha subito una improvvisa accelerazione, grazie tra l'altro a ricerche condotte proprio in Italia, ma resta comunque difficile trovare materiali idonei per l'assorbimento e la concentrazione della luce solare. Fino a ieri i migliori risultati erano stati ottenuti con sistemi relativamente complessi a base di elementi potenzialmente tossici come il cadmio, o non propriamente economici come l'indio e il selenio. Da oggi invece sarà possibile sostituire questi elementi con delle nanosfere di silicio come dimostrato nello studio appena pubblicato su Nature Photonics 'Efficient Luminescent Solar Concentrators based on Ultra-Earth-Abundant Indirect Band Gap Silicon Quantum Dots' che ha come autori Francesco Meinardi e Sergio Brovelli, docenti del Dipartimento di Scienza dei Materiali di Milano-Bicocca.

"Il silicio - spiegano i ricercatori - è economico, abbondante in natura, non tossico e capace piuttosto bene di assorbire la luce solare. Tuttavia, nella sua forma convenzionale, non è in grado di riemettere la luce una volta che l'ha assorbita, tanto è vero che viene usato per le celle solari classiche che sono del tutto opache. In questo lavoro, che abbiamo condotto in collaborazione con l'Università del Minnesota, siamo riusciti ad ingannare la natura riducendo le dimensioni dei nostri cristalli di silicio a pochi miliardesimi di millimetro. Su questa scala dimensionale è come se la natura non lo riconoscesse più come silicio e quindi gli permette di comportarsi come un eccellente emettitore che funziona benissimo all'interno dei nostri LSC". Grazie a questi risultati, l'obiettivo di arrivare a pannelli fotovoltaici semitrasparenti e a basso costo, con efficienze fino al 5 per cento, è ormai a portata di mano.

(askanews)


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