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Rumore per nulla

RenziMatteo9Dal premio di maggioranza di coalizione a quello di lista. É questa l'ultima modifica all'Italicum escogitata del Premier Renzi, proprio quando la legge, dopo essere stata approvata alla Camera, sta per essere discussa in Senato.

In apparenza una mossa rischiosa, visto che al Senato la maggioranza continua a perdere pezzi e nelle ultime votazioni troppo spesso ha dovuto appoggiarsi alle stampelle del Davico o l'Orellana di turno per portare a casa il risultato.

Insistere per un premio di maggioranza per lista anziché coalizioni parrebbe danneggiare quei piccoli partiti su cui il quorum del governo si appoggia e il pericolo di un'imboscata come quella che impallinó il secondo governo Prodi potrebbe essere dietro l'angolo.

Analizzando meglio lo scenario, peró, questa interpretazione appare piú come una suggestione che altro.

Premio di lista, infatti, non vuole dire necessariamente premio al partito piú grosso, almeno non con una legge con le liste bloccate come l'Italicum.

Supponiamo, ad esempio, che Forza Italia, NCD e Lega si presentino insieme alle elezioni con una legge elettorale che prevede il premio di maggioranza di coalizione. Vincendo, i rapporti di forza parlamentari nella maggioranza si determineranno in base ai voti ottenuti da ogni partito.

Supponiamo ora che gli stessi tre partiti diano vita a una sola lista con una legge elettorale che prevede le preferenze. Vincendo, i rapporti parlamentari nella maggioranza si determineranno in base ai voti ottenuti dai candidati.

Supponiamo ora che gli stessi tre partiti diano vita a una sola lista in una legge elettorale che non prevede le preferenze (il nuovo Italicum secondo Renzi). Vincendo, i rapporti parlamentari verranno definiti dall'ordine dei candidati nelle liste bloccate. Cioé, verrano decisi non dal voto, ma dagli accordi preelettorali.

La proposta di Renzi, quindi, non porta quindi grossi cambiamenti nella possibilitá dei partiti di aggregarsi fra loro. L'effetto, invece, é quello di anticipare la definzione dei loro rapporti di forza a prima delle elezioni, sulla base di accordi fra segreterie o votazioni informali e senza controlli da parte di organi esterni, come le primarie.

Nessun rischio per la tenuta dell'esecutivo, quindi. Un aggiustamento come questo piace in realtá a tutti, almeno nella maggioranza che avrebbe il potere per farlo cadere. E, soprattutto, non sposta alcun equilibrio nelle possibili alleanze. Ancora una volta, tanto rumore per nulla.

(g.f.)


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