Brexit, dopo il voto il percorso è ancora lungo

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Inghilterra Londra Brexit1La Gran Bretagna si avvia verso un secondo governo guidato dai conservatori di Boris Johnson, il quale ha promesso di realizzare il divorzio dall'Ue entro il 31 gennaio 2020.

Il percorso per la realizzazione della Brexit e per la riorganizzazione dei rapporti Ue-Gb si prospetta in realtà ancora lungo e non è detto che sarà privo di complicazioni.

Venerdì il Brexit Withdrawal Agreement Bill, l'accordo di recesso, sarà messo al voto della nuova Camera dei Comuni. Con la maggioranza assoluta nel nuovo parlamento, la legge per l'uscita dall'Ue dovrebbe passare senza grossi problemi, proiettando il Regno Unito verso la Brexit il 31 gennaio.

Ma questo non significa missione compiuta, anzi. Johnson dovrà negoziare nuovi accordi con l'Ue per regolare le relazioni, i vari settori di mutuo interesse durante un periodo di transizione: commercio, migranti, diritti dei cittadini Ue residenti nel Regno Unito, oneri finanziari. Oltre al problema dell in primis.

Secondo il programma dei Tories, un nuovo accordo dovrà essere pronto per il 2021, ma l'obiettivo temporale è giudicato da molte parti ottimistico. Da Bruxelles il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha fatto sapere subito che l'Ue "è pronta a discutere gli aspetti operativi" dei futuri rapporti. Sui tempi, cautela generale.

L'Accordo di recesso e la Dichiarazione sul quadro delle future relazioni sono stati rivisti e approvati dal Consiglio europeo a metà ottobre, senza cambiare molto rispetto a quanto negoziato dall'ex premier britannica Theresa May. In particolare, il periodo di transizione è previsto sino a fine 2020 e può essere esteso di uno o due anni.

La principale differenza riguarda l'Irlanda del Nord, con la sostituzione del cosiddetto 'backstop' con un meccanismo altrettanto criticato per evitare il ritorno di una "frontiera fisica" (hard frontier) tra le due Irlande. In sostanza, dopo la fine della transizione, per quattro anni il Nordirlanda resta dal punto di vista legale sottoposto alle normative europee, anche se dal punto di vista formale sarà nello spazio doganale britannico: per permettere questa doppia identità, non ci saranno controlli doganali su terra irlandese, ma nei porti o al largo. Allo scadere dei quattro anni, sarà Blefast a decidere se continuare così o cambiare regime.

Dopo aver puntato sul modello norvegese, e anche svizzero, l'obiettivo in linea di massima condiviso da Londra e Bruxelles sarebbe ora quello di un accordo di libero scambio tipo il Ceta, l'Accordo economico e commerciale globale con il Canada.

In termini giuridici-logistici la situazione appare quindi ancora alquanto complicata, e si prospetta ancora una lunga strada davanti, con molto lavoro ancora da fare.


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