G7, il pugno di Trump e la nuova consapevolezza dell'Europa
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- Creato 03 Giugno 2017
- Pubblicato 03 Giugno 2017
"Dobbiamo combattere per il nostro destino perché i tempi in cui dipendevamo completamente dagli altri sono finiti" ha detto Angela Merkel durante un comizio elettorale commentando il G7 di Taormina.
Una frase indirizzata all'inquilino della Casa Bianca e alle distanze sempre più marcate tra europei e Trump post G7.
La Germania ha lanciato un sasso, che è anche una prova di una nuova consapevolezza dei paesi europei, che questo non è il momento delle esitazioni, delle consuete divisioni interne del vecchio continente. Un aspetto positivo a condizione che non apra però eccessivi spazi alla 'guida' tedesca.
Anne Applebaum, fondista del Washington Post, ha scritto su Twitter: "Fin dal 1945 prima l'URSS, poi la Russia, hanno cercato di aprire un cuneo (per dividere) tra Germania e Stati Uniti. Grazie a Trump, Putin ci è riuscito". Magari è un'iperbole ,ma c'è un fondo di verità che apre scenari nuovi e potrebbe rompere 70 anni di storia delle relazioni transatlantiche. Le conseguenze non sono però necessariamente catastrofiche se l'Europa saprà trasformare questa potenziale crisi in una opportunità di rilancio.
Le linee politiche in tema di ambiente sono un argomento di forte divisione. Il mancato dialogo sul clima ha messo in mostra più che su ogni altro tema la contrapposizione dei 6 contro uno. Per ora Trump ha incassato un 'successo' rivedibile a casa: l'aver mostrato i denti della nuova America, la sua volontà di distacco dal principale successo multilaterale di Barack Obama. Vedremo a breve se sceglierà di rompere del tutto (uscendo dall'accordo come il successore di Wilson fece con la Società delle Nazioni) o si limiterà a non implementarlo. Ma in entrambi i casi si tratterrebbe di una brutta notizia.
Uno dei pochi aspetti completamente condivisi è stato il tema Sicurezza, con la scontata condanna del terrorismo e la volontà di fare di più. Una posizione praticamente necessaria, al punto da essere "scontata" resa ancora più stringente dai fatti di Manchester che avevano aperto la settimana.
La dichiarazione finale, rispetto dei diritti dei migranti ma diritto alla tutela dei confini, permetterà a chi può di limitare gli accessi con muri e barriere. Non sarà però il caso dell'Italia, circondata da mare. L'impegno a soluzioni di lungo periodo per risolvere le cause di fondo (povertà e conflitti) è certamente meritorio ma la sua trasposizione in azioni e progetti concreti dipenderà dai fondi che saranno resi disponibili. Diversamente saranno solo nobili parole.
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