Cappuccetto Rosso, la vera storia di

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Mantova SegnidInfanzia CappuccettoRosso.jpgMANTOVA, 31 ott. - Cappuccetto Rosso è, senza dubbio, nell'immaginario di tutti, piccoli e grandi.

A tutti è stata raccontata la sua storia e tutti abbiamo immaginato questa bambina che, obbligata dalle circostanze, deve compiere il cammino verso l'età adulta da sola, metafora delle normali vicende vita umana.

E' da soli, infatti, che si cresce, anche se abbiamo una mamma o una nonna amorevoli alle spalle. Ma la Cappuccetto Rosso portata in scena da Emanuela dall'Aglio è una Cappuccetto Rosso che possiamo vedere in carne ed ossa.

Parla e si muove, infatti, all'interno della scena. La vera particolarità dello spettacolo, tuttavia, non è la trama – che è quella classica di Cappuccetto Rosso – bensì il set su cui lei si muove. Non stiamo parlando, infatti, né di un consueto palco scenico, né di un classico teatro di burattini, quanto piuttosto di un costume - teatro, che viene indossato dall'attrice, ed ella "vestendosi" diventa ora montagna, ora bosco e su questo teatrino i personaggi - burattini si muovono e parlano.

L'effetto scenico è di grande impatto, anche perché sono evidenti il lavoro e la fatica necessari a muovere tutti i personaggi e a mettere in atto i cambi di scena. Cappuccetto Rosso cammina su questa enorme "gonna" rigida che è poi il bosco, mentre da sotto - come da un cassetto – esce la nonna. Una pièce dove "baracca e burattini" vengono mossi dall'attrice che nel frattempo li interpreta.

Lo spettacolo, giocato molto sul buio e sulla luce, spaventa forse un po' i bambini in sala, ma l'originalità è senza dubbio ineguagliabile.

Alessandra Lovatti Bernini


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