Kalfus e l'America delle cose (im)possibili: Elezioni Presidenziali? Momento cruciale per il Paese, ma sono preoccupato per quello che potrà accadere'

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Mantova Festivaletteratura KalfusMANTOVA, 10 set. - Cosa succederebbe se improvvisamente gli Stati Uniti collassassero dal punto di vista politico ed economico dando origine a una sorta di diaspora con persone in fuga dal loro paese e non bene accette dagli abitanti delle nazioni in ci vanno a cercare riparo?

Insomma, cosa succederebbe se l'americano medio iniziasse a vestire, suo malgrado, i panni dell'immigrato con tutte le difficoltà e complessità che questa condizione comporta? Parte da qui, da uno stravolgimento culturale e sociale difficilmente immaginabile il romanzo dalle decise caratteristiche distopiche "Le due del mattino a Little America" dello scrittore americano Ken Kalfus, intervistato ieri in piazza Castello dal collega Giancarlo De Cataldo.

Difficilmente immaginabile come scenario, ma certo non impossibile se si pensa che Kalfus il libro l'ha pubblicato prima dell'attacco a Capitol Hill da parte di sostenitori di Trump. Anche quello uno scenario che in pochi avrebbero pensato di vedere realmente. "Quell'episodio – ha confermato Kalfus – mi ha fatto capire come negli Usa tutto possa accadere". La scintilla, l'idea della trama ha origini quasi inaspettate: "A ispirarmi – ha detto l'autore – è stata la ex Jugoslavia dove io ho vissuto fra il 1991 e il 1992 e dove mi sono trovato bene, conoscendo persone amichevoli che vivevano in pace e che, improvvisamente, si sono trovate intrappolate in una narrativa tribale storica. Ho immaginato che una cosa del genere potesse accadere anche negli Stati Uniti".

Così Ron Patterson, il protagonista del libro, diventa un esule in fuga dal proprio Paese in località imprecisate dove alle Little Italy si sostituiscono le Little America con tanto di gang e scontri. Insomma una sorta di storia ufficiale al contrario. "Ho immaginato – ha spiegato Kalfus – a come potesse sentirsi un americano, che oggi può viaggiare ovunque venendo accolto con amicizia e calore, se un giorno dovesse diventare un migrante forzato spogliato della supremazia di cui oggi gode nel mondo".

Certo una situazione difficile da immaginare riversata nel reale, ma l'America dopo Capitol Hil ci ha abituati un po' a tutto, per cui Kalfus non esita a definire le prossime elezioni presidenziali, in programma per novembre 2024, "un momento cruciale per la storia americana". "Ci potremmo trovare nella condizione – ha proseguito – di avere come candidato, e addirittura come presidente, un uomo, già presidente, accusato 4 volte. E lo scenario più probabile è che non vinca, ma forse è anche il più preoccupante perché,come dimostra quanto accaduto a Capitol Hill, c'è un gruppo bene armato e determinato che non accetterà una sconfitta. Insomma, potremmo trovarci di fronte a una situazione in cui potrebbe, di nuovo, esplodere la violenza. L'atmosfera, negli Usa, è molto tossica".

Emanuele Salvato

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