Viaggio nel giallo con Horowitz: 'Devo ad Alex Rider il mio successo'

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Mantova Festivaletteratura HorowitzMANTOVA, 09 set. – Una persona difficile, non simpaticissima, metodica e dotata d'intuito. Così descrive l'ispettore Daniel Hawthorne (Detective in cerca d'autore) il suo papà letterario Alexander Horowitz capace di generare l'ennesimo successo nel solco del genere noir e delle spy stories. Definito un giallista "di razza", Horowitz è stato capace di prendere su di sé, con successo, eredità pesanti come quelle di Arthur Conan Doyle per Sherlock Holmes e Ian Fleming per James Bond.

Eppure, come ha ammesso ieri sera in piazza Castello dialogando con Marco Malvaldi, il suo figlio, sempre letterario, prediletto rimane Alex Rider, il giovane detective arruolato dall'MI6 diventato protagonista di una fortunatissima serie divenuta poi anche televisiva.

"Devo molto al personaggio di Alex Raider e alle sue avventure – ha detto Horowitz rispondendo a una precisa sollecitazione di Malvaldi su quale fosse il libro a cui è più legato – in primis perché ha cambiato la mia vita, facendomi conoscere al grande pubblico, ma anche perché mi ha permesso di parlare ai giovani e di appassionarne parecchi alla lettura e alla letteratura".

Il genere giallo, come lo chiamiamo in Italia, è quello in cui Horowitz si colloca. Un genere di intrattenimento che piace molto "perché è consolatorio – ha detto Malvaldi – e ci permette di mettere ordine una volta scoperto l'assassino". Ma per Horowitz il successo del giallo non sta tanto nella centralità dell'omicidio nell'impianto narrativo, quanto nelle emozioni che popolano i personaggi protagonisti delle storie, "emozioni forti e potenti – ha detto – senza dimenticare l'empatia che si crea fra lettore e detective e la semplificazione che dona quando si scopre la verità".

Altro ingrediente importante per il successo di un romanzo giallo per Horowitz è "la struttura – ha spiegato – che porta via molto più tempo della stesura vera e propria". La storia deve reggere, coinvolgere ed essere credibile. Un equilibrio non sempre facile da raggiungere.

Come non semplice è stato accettare di perpetuare le avventure di Sherlock Holmes, il più grande e geniale detective della storia letteraria, e dell'agente segreto più famoso del mondo, James Bond che Horowitz ha l'onere di scrivere dopo essere stato investito di tale responsabilità: "Ma non ci ho pensato più di 5 secondi prima di accettare" ha detto in tono scherzoso. Fra i suoi successi extra letterari non si può non citare l'Ispettore Barnaby di cui Horowitz è stato sceneggiatore.

Emanuele Salvato 

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