Schivenoglia, nulla di fatto dal Prefetto: prosegue lo stato di agitazione alla Scarpari Forattini

Schivenoglia FondazioneScarpariForattini Protesta-14GennaioMANTOVA, 19 gen. - Fumata nera venerdì in Prefettura dove si sono incontrati le organizzazioni sindacali e le rappresentanze aziendali della Casa di Riposo Fondazione Scarpari Forattini di Schivenoglia. L'azienda, infatti, ha confermato la volontà di cambiare il contratto delle 22 lavoratrici assunte con CCNL Funzioni Locali.

La Procedura di raffreddamento esperita presso la Prefettura di Mantova lo scorso venerdì ha dato esito negativo. Motivo per cui le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp Asse del Po e Uil Fpl di Mantova, unitamente alle rsa, hanno dichiarato la prosecuzione dello stato di agitaizione.

"Di fronte - si legge in una nota stampa inviata dai Sindacati - alla assoluta indisponibilità della Fondazione di discutere dei problemi concreti della struttura, raccogliendo la disponibilità dei rappresentanti dei lavoratori a lavorare insieme per raggiungere risultati concreti sulla qualità del servizio, le organizzazioni sindacali confermano lo stato di agitazione del personale. Indicono una assemblea sindacale per il 23 gennaio per condividere col personale della struttura la prosecuzione delle azioni di lotta in difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici della residenza sanitaria di Scarpari Forattini. Formalizzano una richiesta di incontro al sindaco di Schivenoglia".

Attualmente la residenza sanitaria di Schivenoglia conta un organico di circa cento dipendenti. I contratti applicati dalla Fondazione sono due. La ragione trova origine nella trasformazione a termini di legge delle IPAB- enti di diritto pubblico che nel 2004 divennero Fondazioni di diritto privato. Il personale in forza alla struttura al momento della trasformazione giuridica dell'ente mantenne il contratto nazionale degli enti locali. Per assunzioni dal maggio 2005 si applica il CCNL UNEBA.

Dal dicembre del 2018 la Fondazione minaccia l'applicazione del contratto UNEBA anche alle 22 lavoratrici storiche assunte col contratto pubblico. Su mandato unanime del personale, le OO.SS hanno diffidato la Fondazione dal procedere al cambiamento di contratto. Le OO.SS unitamente al personale della struttura anche oggi ribadiscono con forza e senza possibilità di fraintendimento che ritengono illegittimo quanto la Fondazione ripropone a distanza di un anno e rigettano la proposta unilaterale di cambiamento del contratto di lavoro. Ritengono che i problemi della struttura siano da ricercare nell'organizzazione del lavoro. Si sono dimostrati propositivi e vogliono collaborare con la direzione aziendale per migliorare le condizioni di lavoro a favore del servizio e degli ospiti della struttura.

Il Presidente Caleffi oppone a tutto questo l'attacco ai diritti delle lavoratrici. Si tratta di un attacco continuo e ingiustificato alle condizioni contrattuali che sta determinando una perdita di tranquillità e serenità nello svolgimento delle delicate mansioni quotidianamente a contatto con persone in stato di fragilità. La Residenza sanitaria necessita di una puntuale organizzazione dei servizi e della stabilità del personale per consentire il mantenimento di determinati standard qualitativi. Invitiamo ancora una volta la dirigenza a concentrarsi su questi aspetti. Anche perché un turnover del 40% del personale non depone a favore di un'organizzazione efficiente dei servizi. Col suo atteggiamento, la Fondazione sta dimostrando unicamente di voler cambiare il contratto di lavoro per poter risparmiare sulla pelle dei lavoratori.


Questo sito utilizza cookie di terze parti (leggere la pagina informativa per approfondimento). Continuando con la navigazione si accetta il loro uso. Per informazioni dettagliate sulla normativa dei cookies, leggi la nostra privacy policy.

Accetto i cookies per questo sito.

EU Cookie Directive Module Information