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'Stiamo tornando all'Inquisizione e ai libri all'indice'. Duro commento di Provenzano (Arcigay e Pari Opportunità ) sulla mozione anti-gender approvata in Regione Lombardia
MANTOVA, 9 ott. - "La Lombardia sta tornando al periodo buio dell'Inquisizione, quando i libri scomodi venivano messi all'indice e bruciati".
Duro - e non poteva essere altrimenti - il commento di Davide Provenzano, presidente provincia Arcigay e presidente della Commissione comunale Pari Opportunità , sulla decisione del consiglio regionale di approvare a maggioranza (38 voti a favore, 29 contrari e un astenuto) la mozione del consigliere leghista Massimiliano Romeo che prevede di ritirare da tutte le scuole di ogni ordine e grado di tutte le province della Lombardia i libri che, più o meno, si rifanno e promuovono la, cosiddetta, teoria del gender.
"Stiamo andando verso posizioni oscurantiste, anacronistiche e, soprattutto - continua Provenzano - contrarie alle indicazioni del Ministero dell'Istruzione. La ministra Giannini è stata chiara nel definire 'truffa culturale' ogni tentativo di ricreare una teoria del gender, che non esiste. Esistono buone pratiche per combattere contro tutte le discriminazioni, anche quelle di carattere sessista".
Ma la domanda che si fa il presidente dell'Arcigay è anche un'altra: "Si parla, nella mozione, di ritirare da tutte le scuole lombarde i libri a sostegno delle teorie di genere. Ma non si dice, almeno non mi sembra, di quali libri si tratti. Quali sono i titoli? Quali sono le caratteristiche che fanno di un libro di testo un libro pro gender? E chi le decide?".
Anche il sindaco Mattia Palazzi, che recentemente ha sottoscritto un accordo con la Regione, trova sbagliata la mozione: "Non esiste alcuna teoria Gender nella riforma 'buona scuola' - dice - e chi sostiene che ci sia fa solo propaganda che, purtroppo, confonde le persone".
Emanuele Salvato
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