Plasma iperimmune contro Covid, Briola (presidente Avis Nazionale): 'Efficace, ma ancora sperimentale ed emergenziale', Ricciardi: 'Promettente ma complicata', De Donno (Poma): 'Finora nessun morto fra pazienti trattati da noi'

MANTOVA, 05 mag. - In attesa che vengano pubblicati e resi noti i risultati della prima parte della sperimentazione della terapia a base di plasma iperimmune contro il Covid-19, praticata negli ospedali di Mantova e Pavia su un'ottantina di pazienti affetti da problemi respiratori gravi, la discussione sulla cura che si basa sull'infusione del plasma di pazienti guariti dal Covid, ricco di anticorpi specifici, continua a essere molto accesa.

Sul tema è già intervenuto - come riportato sulle nostre pagine - il noto virologo Roberto Burioni dalle pagine del suo sito medicalfacts, che ha scritto un altro articolo al riguardo, ma ne hanno parlato anche il presidente nazionale di Avis Gianpietro Briola, che ha parlato di "terapia efficace ma sperimentale ed emergenziale che necessita di approfondimenti", e Walter Ricciardi, rappresentante italiano nel Comitato esecutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità e consigliere del ministro della Salute Speranza, che ha definito la terapia "promettente ma complicata".

Briola lo scorso 2 maggio ha pubblicato sul sito istituzionale di Avis una lettera aperta "per fare chiarezza sull'impiego del plasma iperimmune per individuare una terapia per i malati di Coronavirus". E lo ha fatto anche a seguito di "alcuni messaggi comparsi sui social network".

In sostanza, Briola conferma che in molti casi il plasma si è dimostrato efficace "per gli anticorpi presenti nei soggetti guariti, ma con il plasma prelevato si somministrano anche sostanze non necessarie per il trattamento di determinate patologie. Quindi, rappresenta una terapia sperimentale ed emergenziale già nota per altre malattie".

Secondo il presidente nazionale di Avis è ora necessario "capire quali sono gli anticorpi efficaci, isolarli, purificarli e poi somministrare solo quelli in dose controllata e farmacologica. Come avviene per le immunoglobuline antitetaniche, ad esempio".

Ma con questo non vuole sminuire l'efficacia della terapia: "comunque è importante sottolineare che questo approccio ha dimostrato che il plasma contiene degli elementi che funzionano contro il virus e lo neutralizzano". Proprio per questo Avis "insieme al mondo scientifico e al Centro Nazionale Sangue" sta seguendo "con molta attenzione l'evoluzione e si sta adoperando per studiare queste opportunità. Al momento, però, è importante mantenere la calma e informarsi sempre attraverso fonti attendibili e non creare false aspettative". Briola conclude scrivendo che "Appena conosceremo il test che meglio è in grado di rilevare e dosare questi specifici anticorpi e non appena le aziende di plasmaderivazione saranno in grado di produrre le immunoglobuline specifiche, coinvolgeremo la generosità dei donatori per la plasmaferesi".

Ricciardi è intervenuto sul tema della terapia con il plasma iperimmune contro il Covid rispondendo alla domande al termine della lezione in streaming di 'Maestri d'Italia', il programma di Tim - Operazione Risorgimento. "La terapia con il pasma iperimmune - ha detto Ricciardi, come riportato da AdnKronosSalute - è molto interessante e importante, è un approccio molto sofisticato, bisogna saperlo fare e avere grandi tecnologie. Consiste nel trasferire gli anticorpi naturali da soggetti guariti e quindi immuni ad altri con forma grave. Si è visto da alcune sperimentazioni che sta funzionando". Questo approccio terapeutico, ha proseguito Ricciardi, "è molto difficile, costoso e complesso. Se questi anticorpi naturali funzionano, la grossa sfida è produrli artificialmente e in larga scala, altrimenti si potrebbero proteggere e curare poche persone. E' comunque un approccio molto promettente, se ne parla poco perché è complesso da spiegare e da fare, ma su cui si sta lavorando anche in Italia".

Intanto il dottor Giuseppe De Donno, primario di pneumolgia dell'ospedale Carlo Poma di Mantova e medico in prima linea contro il Covid oltre che fra gli artefici della terapia con il plasma iperimmune, continua a lavorare per salvare vite attraverso questa cura e proprio l'altro giorno - come riportat già in un nostro articolo - ha detto, parlando a Radio Cusano Tv Italia: "Abbiamo cercato di trovare un'arma magica che ci permettesse di salvare più persone possibili. Non abbiamo mai detto di aver creato qualcosa di nuovo, abbiamo perfezionato un'idea che già esisteva. Il nostro protocollo è ambiziosissimo. Tra Mantova e Pavia abbiamo trattato quasi 80 pazienti col plasma. Di tutti questi pazienti, che avevano problemi respiratori gravi ma non gravissimi, nessuno è deceduto, la mortalità del nostro protocollo finora è zero".

(em.sa.)