Buoni Postali Fruttiferi, continua braccio di ferro fra risparmiatori e Poste: ad aprile riconosciuta differenza a un ostigliese

Buono PostaleFruttifero3MANTOVA, 13 giu. - Numerosi risparmiatori stanno ottenendo giustizia sul fronte del noto contezioso che riguarda l'investimento in buoni postali fruttiferi. Una vicenda che riguarda anche circa un migliaio di mantovani

E' proprio nel mese di Aprile che un risparmiatore residente ad Ostiglia ha ricevuto a casa l'assegno recante la differenza riconosciutagli dal Collegio arbitrale a seguito di un ricorso presentato per buoni postali della serie Q/P.

Anche successivamente alla sentenza emessa dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite nel mese di Febbraio di quest'anno, sono numerosi i ricorsi accolti dai Collegi degli Arbitri Bancari su tutto il territorio nazionale. Continua infatti ad essere assodato il principio secondo il quale i buoni postali sono a tutti gli effetti dei contratti e che il rapporto contrattuale si forma sul dato testuale apposto sui titoli di volta in volta sottoscritti.

Se da un lato è vero che la sentenza della Corte di Cassazione del Febbraio del 2019 ha messo nell'ombra le speranze dei risparmiatori di vedersi riconosciuti gli interessi riportati sui buoni postali, per i titoli acquistati prima del 13.06.86, dall'altro, per tutti i buoni postali acquistati successivamente alla data del 13/6/1986, restano assolutamente aperte le porte per ottenere il riconoscimento degli interessi stampigliati a tergo dei buoni postali, laddove la liquidazione ottenuta non sia corrispondente a quanto promesso (al netto delle ritenute fiscali di legge).

In sede di arbitrato bancario, spiegano le avvocatesse mantovane Pallavicini e Guerra - sono numerosi i risparmiatori che hanno ottenuto nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio del corrente anno pronunce favorevoli che impongono all'intermediario di versare le differenze non riconosciute in sede di liquidazione. E' proprio nel mese di Aprile che un risparmiatore residente ad Ostiglia ha ricevuto a casa l'assegno recante la differenza riconosciutagli dal Collegio arbitrale a seguito di un ricorso presentato per buoni postali della serie Q/P.

Continua pertanto il braccio di ferro tra Risparmiatori che hanno investito i piccoli risparmi di una vita e Poste Italiane: questa volta però con un punto a favore dei risparmiatori.

Anche per il diverso prodotto da investimento costituito dai diamanti acquistati come bene rifugio, le tutele dei risparmiatori non tardano ad arrivare. Una recentissima sentenza emessa dal Tribunale di Verona nel mese di Maggio ha infatti condannato l'Istituto di credito intermediario al pagamento della somma pari alla differenza tra quanto pagato ed il reale valore dei preziosi, sancendo il sacrosanto principio dell'affidamento riposto dal risparmiatore nelle informazioni ricevute dall'intermediario proponente. Tale pronuncia appare di largo interesse - spiegano le avvocatesse, atteso che sono tantissime le persone che hanno acquistato i diamanti pensando di fare un investimento in un bene rifugio e trovandosi invece in mano un pugne di mosche.


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