Accusati di voler rifare il partito fascista: tutti prosciolti

MANTOVA, 22 mar. - Tutti prosciolti perché il fatto non sussiste i 9 imputati aderenti al Movimento Fasci Italiani del Lavoro accusati di voler ricostituire il Partito Fascista in violazione della Legge Scelba e della XII disposizione Transitoria della Costituzione.

La lista si era presentata alle elezioni comunali di Sermide-Felonica riuscendo ad eleggere un consigliere, per la prima volta. Ma ma le elezioni vennero annullate dal Consiglio di Stato.

Il gup del Tribunale di Mantova ha ritenuto che non ci fossero i presupposti e le prove a sostegno dell'accusa. Il pubblico ministero aveva chiesto per gli imputati pene che variavano dai 18 mesi ai 4 anni di carcere.

I Fasci del Lavoro da tempo si presentavano alle elezioni di Sermide, di dove è originario uno dei fondatori, Claudio Negrini, fra gli accusati e prosciolti. Ma solo nel 2017 erano riusciti a eleggere in consiglio comunale Fiamma Negrini, figlia di Claudio, capace di ottenere un sorprendente 10% delle preferenze. Questa circostanza portò il fatto all'attenzione dei media nazionali e anche delle istituzioni. In particolare si infuriò l'allora ministro dell'interno, Marco Minniti. Tanto che i lprefetto di allora, Carla Cincarilli, con un provvedimento di urgenza revocò le designazioni dei funzionari componenti la settima sottocommisione elettorale che avevano ammesso la lista alle elezioni.

Successivamente partirono le indagini della Procura con le accuse sopra riportate. Accuse dalle quali tutti i 9 imputati sono sati prosciolti. Claudio Negrini, soddisfatto per la sentenza, ha già dichiarato l'intenzione di ripresentarsi alle elezioni ma con un nuovo simbolo "Italia agli italiani" che non avrà alcun riferimento coi vecchi Fasci del Lavoro.

(e.s.)