Furto al corriere espresso in piazza Cavallotti sull'asse Milano-Mantova, sgominata una banda di 4 persone grazie a indagine congiunta Polizia Locale-Polizia di Stato
MANTOVA, 21 mar. - Hanno atteso che l'autista del furgone di una nota ditta che effettua consegne come corriere espresso scendesse dal mezzo parcheggiato in piazza Cavallotti.
Uno dei membri della banda l'ha seguito, mentre l'altro, appostatosi vicino con un furgone bianco, è sceso, ha forzato l'apertura del furgone e ha rubato 3 colli, allontandosi spingendo un carrellino fino in via Corrado dove ad attenderlo c'era un altro membro della banda con il furgone, spostato nel frattempo. Hanno caricato il mezzo e sono fuggiti. L'autista ha denunciato il furto ai carabinieri di Bigarello.
Le loro gesta sono state riprese dalle telecamere di videosorveglianza in funzione nella piazza e sono state utilissime a Polizia Locale e Polizia di Stato per condurre le indagini e risalire agli autori del furto: 4 soggetti di nazionalità sudamericana, tutti denunciati per furti plurimi aggravati in concorso, mentre uno di loro è stato anche arrestato perché latitante e con documenti falsi.
L'episodio risale al 14 novembre scorso e si è andato ad incrociare quasi casualmente, come specifica il vicequestore Gianna Adami, con un altro episodio risalente al 5 dicembre scorso, apparentemente diverso, ma che in realtà coinvolgeva le stesse persone. Si tratta del furto di uno zaino dai tavolini di un bar di via Roma, in pieno centro. A condurre le indagini, in questo caso, la Polizia Giudiziaria. Quando l'ispettore che si occupava del caso si è recato nel comando della Polizia Locale di viale Fiume per visionare le immagini relative al momento del furto dello zaino, i due episodi hanno manifestato elementi in comune, in primis i protagonisti che sembravano essere gli stessi. Il furto dello zaino, infatti, è stato messo a segno sempre dagli stessi personaggi ai quali, poco prima, era andato a vuoto il tentativo di svuotare un altro furgone di un corriere espresso.
"Le indagini preliminari - ha spiegato il comandante della Polizia Locale, Paolo Perantoni - condotte in perfetta sinergia con la Polizia di Stato, ci hanno permesso di risalire all'identità delle persone coinvolte incrociando molteplici fonti, fra cui la banca dati permessi di soggiorno, le telecamere di videosorveglianza di Mantova, le sanzioni amministrative al codice della strada, la banca dati dei precedenti di Polizia e il traffico telefonico". Sulla base dei dati raccolti la Procura ha emesso un decreto di perquisizione di 3 abitazioni della periferia milanese, da dove i membri della banda erano partiti per commettere i reati. Le perquisizioni sono state eseguite nelle prime ore del 28 febbraio da personale della Polizia Giudiziaria di Mantova, della Polizia Locale di Mantova e del Commissariato di Milano Villa San Giovanni.
"Nel corso delle perquisizioni - ha spiegato il vicecomandante della Polizia Locale di Mantova, Luigi Marcone - sono stati trovati e sequestrati il furgone usato per il colpo del 14 novembre al cui interno erano ancora presenti gli indumenti e il carrello usato per trasportare i pacchi, riconoscibile per il colore e per il fatto che, in alcuni punti, era ricoperto di scotch marrone. Sono stati ritrovati un centinaio di telefonini utilizzati per comunicare durante i colpi. Il fatto che siano stati ritrovati in abitazioni diverse dimostra la complicità fra i soggetti indagati".
All'interno di una delle abitazioni la Polizia si è anche imbattuta in un cittadino di 50 anni, risultato essere anch'egli membro della banda. L'uomo si è presentto agli agenti fornendo generalità e documenti falsi; ulteriori accertamenti hanno evidenziato che l'uomo, inoltre era anche destinatario di un ordine di carcerazione e per questo è stato arrestato dal personale della Polizia di Stato di Milano. Nell'abitazione è stata ritrovata una discreta quantità di merce di ottima fattura del valore di 10mila euro, sequestrata per gli accertamenti, anche se non pertinente agli episodi sui quali la Polizia ha indagato.
L'intera indagine è stata coordinata dalla dottoresa Sabatelli della Procura della Repubblica di Mantova e si è conclusa, come detto, con l'individuazione dei soggetti responsabili. Il bilancio finale dell'operazione vede 4 indagati, di cui 1 arrestato, vari sequestri tra cui anche il furgone usato per i colpi.
I soggetti indagati sono 4, di cui tre di origini cilene e un americano, di età compresa fra i 20 e i 50 anni. Nello specifico si tratta di:
- C.J.A. classe 1996, proprietario del furgone, indagato per complicità nei furti aggravati e per favoreggiamento per aver dato ospitalità a G.G.C.H. quest'ultimo arrestato perché latitante e con documenti falsi.
- G.G.C.H. classe 1968, autore materiale dei fatti, quindi indagato per furti plurimi aggravati in concorso, per falsa attestazione e ricettazione (aveva documenti peruviani falsi).
- M.C.V.S. classe 1970, autore materiale dei fatti, quindi indagato per furti plurimi aggravati in concorso.
- G.M.W.A. classe 1973, indagato perché presunto autore dei fatti quindi furti in concorso plurimi e aggravati.