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‘La cultura ha un’anima spirituale’. La centralità del bene comune nel discorso alla città del Vescovo Marco Busca
MANTOVA, 18 mar. – In occasione della festa di sant'Anselmo da Lucca, patrono della Città e della Diocesi di Mantova che ricorre annualmente, il Vescovo Marco Busca ha rivolto alla cittadinanza le sue ampie riflessioni sulla responsabilità , che chiama in causa tutti, di essere "costruttori della cultura".
Ad accogliere il suo 'Discorso alla città ', oggi pomeriggio, erano presenti tutte le autorità istituzionali, del mondo del lavoro, dell'associazionismo e tanti cittadini mantovani che hanno gremito l'Aula Magna del Seminario Vescovile. (qui il testo integrale)
Lo spunto per la sua acuta analisi sul rapporto tra cultura e società attuale – italiana, europea e globale - è giunto dal diario di viaggio di una delegazione di giovanissimi ambasciatori giapponesi, di età compresa tra i 13 e i 16 anni, relativo ai cinque giorni della loro visita alla corte dei Gonzaga nel luglio del 1585.
E' partendo dal concetto di "cultura dell'urbanità ", esposto in queste preziose testimonianze antiche, che il Vescovo Marco ha sviluppato le sue osservazioni riguardanti le prospettive immediate e future dell'Europa che deve fare i conti con i rigurgiti di un nascente nazionalismo, a cui deve contrappore un'idea collettiva di vita sociale basata su educazione alla legalità , onestà morale e politiche basate su competenza, coerenza e ragionevolezza.
Accenni importanti, nel discorso alla città , sono stati riservati alla realtà pluriculturale, alla crisi della prossimità verso i nuovi poveri, alla solitudine degli anziani e alle nuove fragilità sintetizzate dall'Istat nell'immagine dell'Italia d'oggi: "impaurita e rancorosa".
Incisivo anche il riferimento alla necessaria cura dell'ambiente che riguarda in modo determinante le città chiamate a creare condizioni di vivibilità sostenibile in linea con i criteri di ecologia integrale. Ma, ha sottolineato il Vescovo Marco, è la spiritualità il vero potenziale per l'elevazione dei rapporti umani.
"C'è un'anima spirituale nella cultura" ha affermato invitando al recupero del tempo e del senso delle cose, all'attenzione interiore e al gusto per il bello a cui le città possono contribuire con nuovi spazi contemplativi. "Al centro della crisi economica e sociale c'è una crisi della cultura", ha aggiunto, aprendo la speranza alla possibilità di guardare positivamente al futuro grazie a una nuova cultura organica, all'immaginazione di competenti "minoranze creative" e alla massima accessibilità aperta a tutti gli strati sociali.
Al temine dell'incontro è seguita, in Duomo, la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano e dal Vescovo Marco, concelebrata insieme ai sacerdoti della Città .
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