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Mantova, diminuisce il tasso di disoccupazione. Cgil: 'Segnali di ripresa, ma a bassa intensità lavorativa'
MANTOVA, 15 mar. - I dati Istat sul mercato del lavoro 2018, usciti ieri, evidenziano un calo del tasso di disoccupazione a Mantova. Il tasso di disoccupazione risulta essere del 6,7% (nel 2017 era del 7,4%; nel 2016 dell'8,4%).
"Dati indicativi dunque di segnali di ripresa. Segnali però articolati, da analizzare con attenzione.
A livello nazionale prosegue la tendenza di una crescita occupazionale a "bassa intensità lavorativa": mentre il numero di persone occupate recupera il livello del 2008, la quantità di lavoro utilizzato è ancora decisamente inferiore. Rispetto al 2008, sono 1 miliardo e 800 milioni le ore in meno lavorate.
Inoltre, sempre a livello nazionale, il quarto trimestre 2018 ha segnato una diminuzione dell'occupazione rispetto al trimestre precedente: trend con ogni probabilità riscontrabile anche nella nostra provincia. Le dinamiche congiunturali del mercato del lavoro riflettono il calo dei livelli di attività economica rilevato nello stesso periodo, con una flessione del Pil (-0,1%) per il secondo trimestre consecutivo, dopo quattordici mesi di espansione.
Rispetto alla nostra provincia possono essere segnalati alcuni dati, analizzati attraverso il Sistema Informativo Statistico della Lombardia (Sistan):
AVVIAMENTI E CESSAZIONI. Gli avviamenti nel 2018 sono stati 51.907 contro i 47.312 del 2017 (+9,7%), ma aumentano ancor di più le cessazioni, che passano da 41.111 del 2017 a 49.344 del 2018 (+20%).
Il 76% degli avviamenti è di tipo instabile o flessibile, ossia contratti flessibili (tempo determinato, somministrazione, progetto), mentre il 24% degli avviamenti è di tipo permanente (tempo indeterminato e apprendistato).
TIPOLOGIE CONTRATTUALI. Per quanto riguarda le tipologie di contratto notiamo che i tempi permanenti (t.ind e apprendistato) sono passati da 11333 a 12307, con un tasso di crescita dell'8,6% rispetto all'anno precedente.
All'interno di questa tipologia contrattuale vediamo i contratti a tempo indeterminato crescere dal punto di vista strettamente numerico passando da 9.607 a 10.131 (+5,5%), mentre l'apprendistato ha registrato un piccolo boom segnando un saldo positivo fra avviamenti e cessazioni di 1.145 unità , passando da 1726 a 2176 avviamenti.
Da un punto di vista percentuale i contratti a tempo indeterminato pesano per il 19% sul totale degli avviamenti, mentre nel 2017 incidevano per il 20%.
Le tipologie contrattuali instabili (t. determinato, lavoro a progetto e somministrazione) rimangono ancora quelle più utilizzate e crescono nel 2018 passando, complessivamente, da 35979 a 39600 (+10,1%), mentre ancor di più crescono le cessazioni (da 28493 a 36882, +29,4%). All'interno di questo quadro è interessante notare che i tempi determinati da soli pesano per il 62% sui nuovi avviamenti del 2018, un'incidenza del tutto uguale a quella del 2017 (avviamenti da 29546 a 32215, +9%; cessazioni da 22540 a 30332, (+34,6%).
I contratti per somministrazione (agenzie di lavoro interinale): nel 2018 sono stati utilizzati più che nel 2017. Nel 2018 si sono registrati 6820 avviamenti contro i 5828 del 2017 (+17%), mentre le cessazioni sono passate da 5433 a 6009 (+10,6%). In particolare, c'è da segnalare che le cessazioni nella tipologia della somministrazione sono aumentate di 811 unità rispetto al 2017. Un aumento delle cessazioni in parte probabilmente imputabile alle disposizioni del "Decreto Dignità ", che disincentiva la proroga dei contratti dopo i primi 12 mesi, con effetti spesso controproducenti per gli stessi lavoratori.
SETTORI DI ATTIVITA'. L'aumento dei contratti di apprendistato e somministrazione potrebbe significare una leggera ripresa del settore industria. Una sensazione confermata anche dai dati. Il settore industria cresce e gli avviamenti passano da 11037 a 12900 (+ 16,9% rispetto anno prima, il 25% del totale provinciale degli avviamenti), ma crescono anche le cessazioni, seppur meno degli avviamenti, passando da 10187 a 11393 (+11,8%).
Altro settore in ripresa è quello delle costruzioni, che la crisi aveva quasi annientato. Gli avviamenti passano da 2192 a 3077 (+40,4%, il 6% del totale degli avviamenti provinciali, nel 2017 erano il 4,6%), mentre le cessazioni sono passate da 1889 a 2707 (+43,3%) per un saldo positivo di 1507. Piccoli segnali di ripresa, insomma.
Meno bene vanno commercio e servizi e agricoltura. Per quanto riguarda il commercio e i servizi gli avviamenti sono stati 29929 contro i 28703 del 2017 (+4,3%; il 58% del totale degli avviamenti provinciali, nel 2017 erano il 60%), ma sono aumentate molto di più le cessazioni passate da 24949 a 28836 (+15,6%).
Soffre anche l'agricoltura che vede passare gli avviamenti da 5380 a 6000 (+11,5%, il 21% del totale lombardo nel settore; il 12% del totale degli avviamenti provinciali, nel 2017 erano l'11%), ma è boom di cessazioni: da 4085 a 6406 (+56,8%).
TIPOLOGIE CONTRATTUALI PER SETTORI. All'interno dei settori economici possiamo analizzare quali tipologie di contratto sono state utilizzate per gli avviamenti.
Vediamo che in agricoltura, su 6000 avviamenti, ben 5661 sono tempi determinati, 166 tempi indeterminati, 149 somministrazione 21 sono apprendistato, 3 lavoro a progetto.
Dei quasi 30mila avviamenti nel settore commercio e servizi 20557 sono a tempo determinato, 5968 a tempo indeterminato, 1628 per somministrazione, 1247 sono apprendistato e 529 lavori a progetto.
Poco più di 3mila gli avviamenti nel settore costruzione dove la fanno da padrone i contratti a tempo determinato (1585), seguiti dai tempi indeterminati (890), dalla somministrazione (397), dall'apprendistato (200) e dai lavori a progetto (5).
Nell'industria si sono registrati 12900 avviamenti, la maggior parte dei quali per somministrazione (4646) seguiti dai 4411 a tempo determinato, 3107 a tempo indeterminato, 708 apprendistato e 28 lavori a progetto.
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